Di Silverio (Anaao): Regolamentare la facoltà dei medici in formazione specialistica, a partire dal 3° anno di corso di specializzazione, di essere assunti a tempo determinato, previo concorso pubblico per titoli ed esami
Sono circa 25mila gli specializzandi che potrebbero essere assunti dalle Aziende sanitarie E per questi potrebbero esserci novità: il Ministro Schillaci, in risposta ad un'interrogazione dei 5 stelle, ha precisato che è stato modificato l'articolo 1, comma 548-bis, della legge di bilancio per il 2019, "con la quale è stata inserita a regime la possibilità, per le aziende e gli enti del sistema sanitario nazionale, di assumere con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato, con orario a tempo parziale, in ragione delle esigenze formative, coloro che, a partire dal terzo anno di corso di formazione specialistica, regolarmente iscritti, si siano utilmente collocati nella graduatoria in esito alle procedure concorsuali per l'accesso alla dirigenza del ruolo sanitario. Questa misura non è più temporalmente limitata al 31 dicembre 2025 e consentirà di fidelizzare i medici in formazione specialistica al Servizio sanitario nazionale, strutturandoli il prima possibile all'interno delle aziende e degli enti facenti parte delle reti formative e favorirà, altresì, il necessario trasferimento generazionale di competenze e abilità tra professionisti”. "Una particolare attenzione, inoltre, deve essere dedicata alle strutture di emergenza-urgenza - ha aggiunto il Ministro -, che ad oggi risultano particolarmente interessate dalla carenza di personale, in ragione dei notevoli carichi di lavoro, del rischio legato alle aggressioni, al burnout, nonché all'elevato livello di responsabilità, quali elementi che determinano la scarsa attrattività dell'impiego in pronto soccorso". "Anche in tal caso - ha concluso Schillaci - il contributo dei medici in formazione specialistica, che, tuttavia, non possono in nessun caso essere considerati sostitutivi del personale strutturato, costituisce una risorsa fondamentale, che l'intervento normativo portato avanti dal Ministero della Salute ha voluto valorizzare mediante l'introduzione di norme speciali temporaneamente limitate, che derogano alla disciplina vigente".
Tuttavia Marianna Ricciardi (M5S) ha fatto notare l'ostruzionismo delle Università "Che si oppongono a stipulare i contratti di formazione individuale. Il problema principale è che non vogliono vedersi sottrarre manodopera a basso costo, che possono utilizzare per pubblicazioni e per ricerca. Il punto è che le università stanno bloccando migliaia di medici specializzandi, che potrebbero dare un reale contributo a sollevare le sorti del nostro Servizio sanitario nazionale. Bene è aver reso strutturale una nostra norma, con il recente decreto Bollette, ma, purtroppo, resterà soltanto sulla carta, se non si vanno a risolvere queste criticità". "La soluzione - ha suggerito Ricciardi - ve la stiamo proponendo ed è far sì che le autorizzazioni siano automatiche, che non debbano più sottostare all'autorizzazione da parte delle università, oggi tenute a stipulare questo contratto di formazione individuale con le aziende che ne facciano richiesta. Il punto è che lei non sta rispondendo soltanto a me. Lei sta rispondendo a 25.000 persone, medici in formazione specialistica che sono pronti a dare una mano reale, per dare un contributo al nostro Paese e sollevare le sorti del Servizio sanitario nazionale"
Sulla questione è intervenuto anche il segretario dell'Anaao Pierino Di Silverio: "Il comma 548-bis della legge n. 145 del 30 dicembre 2018 disciplina la facoltà dei medici in formazione specialistica, a partire dal 3° anno di corso di specializzazione, di essere assunti a tempo determinato, previo concorso pubblico per titoli ed esami, come dirigenti medici e con automatica conversione del contratto a tempo indeterminato al conseguimento del titolo di specialità". "I medici in formazione specialistica - ha spiegato Di Silverio - possono essere assunti in tutte le Aziende sanitarie facenti parte della rete formativa di una delle scuole di specializzazione della disciplina d’interesse. Nonostante svolga la formazione pratica nell’Azienda sanitaria in cui è assunto, il medico in formazione specialistica resta iscritto alla scuola di specializzazione e svolge la formazione teorica, di competenza dell’Università e con cadenza mensile, nelle modalità stabilite con specifico accordo quadro fra Regione ed Università interessate". "La sottoscrizione di tale accordo quadro è condizione indispensabile, come previsto dalla normativa vigente, per l’assunzione e non è altro che la semplice ratifica di adozione dello schema di accordo quadro nazionale licenziato il 19 novembre 2021 dal Ministero dell’Università, di concerto con il Ministro della salute e la Conferenza delle Regioni e Provincie Autonome, al fine di uniformarne la formazione teorica e pratica su tutto il territorio nazionale", ha aggiunto ilsegretario Anaao
Attualmente, come dicevamo, sono circa 25.000 i medici in formazione specialistica potenzialmente assumibili nelle varie Aziende sanitarie e di essi ne risultano assunti con le sopracitate modalità meno del 8%. Il comma 548-bis della legge n. 145 del 30 dicembre 2018 non impone alcun limite temporale per la stipula di tali accordi ed attualmente, nonostante la legge che disciplini tale possibilità d’assunzione sia del 2018, la maggioranza delle Università italiane in modo totalmente arbitrario non ha stipulato alcun accordo quadro con nessuna Regione o Provincia Autonoma, bloccando di fatto l’assunzione di migliaia di medici in formazione specialistica già vincitori di concorso pubblico per titoli ed esami, incrementando in tal modo la cronica carenza di personale medico nelle Aziende Sanitarie italiane.
Intanto il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha firmato il Protocollo d'Intesa con le Università di Padova e Verona, siglato a loro volta dai due rettori, che contiene i criteri e le modalità di erogazione dei benefici ai medici specializzandi in relazione all'impegno profuso per far fronte all'emergenza Covid-19, anche in condizioni di rischio biologico, e al ristoro dello stato di disagio conseguente allo svolgimento delle attività e alle misure organizzative adottate. La Giunta regionale ha già stanziato la somma complessiva di 784 mila euro. «Questi giovani medici - dice Zaia - hanno dato un contributo fondamentale in un lungo periodo di tempo coinciso con la più grave emergenza sanitaria della nostra storia moderna. Per questo, quanto stanziato per loro ha prima di tutto un significato di gratitudine, che rinnovo in questa occasione».
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