Le evidenze cliniche hanno mostrato l’efficacia di queste molecole naturali nell’ambito della riproduzione femminile e maschile, nella prevenzione al diabete gestazionale e nei difetti del tubo neurale
Da più di 20 anni gli inositoli hanno rivoluzionato il trattamento delle patologie endocrino-metaboliche sia femminili che maschili. Il forte razionale scientifico, la sicurezza e l’efficacia terapeutica li hanno resi dei potenti alleati della salute, conosciuti e utilizzati in tutto il mondo. Il merito dell’applicazione in campo ginecologico ed endocrinologico degli inositoli si deve senza dubbio all’impegno di Vittorio Unfer, Professore di Ostetricia presso l’Università Internazionale UniCamillus di Roma.
L’aver puntato su una molecola dai molteplici risvolti terapeutici, il myo-inositolo, e su una patologia, come la Sindrome dell’Ovaio Policistico (PCOS), lo ha reso il principale esperto in tale settore nonché promotore di importanti collaborazioni scientifiche in materia di inositoli, come ad esempio con l’EGOI.
Nell’ultimo anno l’attività dell’EGOI si è molto concentrata sul D-chiro-inositolo e in particolare sul suo coinvolgimento nella sintesi degli ormoni steroidei. La scoperta che questo isomero dell’inositolo potesse ridurre i livelli dell’enzima aromatasi, regolando il rapporto tra estrogeni e androgeni, ha permesso di ipotizzare nuove soluzioni terapeutiche per tutte quelle condizioni patologiche che possano beneficiare di una riduzione degli estrogeni e di un sostegno dei livelli di testosterone.
In ambito femminile, questo costituisce il razionale d’uso del D-chiro-inositolo negli stati di iperestrogenismo che caratterizzano ad esempio le donne che soffrono di iperplasia endometriale, endometriosi, adenomiosi e poliposi endometriale oppure nelle donne che dalla perimenopausa in poi vedono scemare il loro desiderio sessuale a seguito del calo del testosterone. Grazie a questa molecola naturale - riferisce Vittorio Unfer, co-fondatore con Fabio Facchinetti di EGOI, è possibile "avere un’arma in più per la gestione di quelle manifestazioni ginecologiche frequenti nell’ età premenopausale e aggiunge che tale approccio consente una migliore qualità di vita nella delicata fase di transizione da età fertile a menopausale"
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