"L’Anac fornisca elementi che chiariscano la legittimità della carica"
“Lasciare il posto di Direttore Generale per la Programmazione sanitaria e il sistema dei costi standard presso il Ministero della Salute per andare a dirigere uno dei maggiori ospedali privati italiani, configura sostanziose questioni di opportunità politica e sensibilità istituzionale, qualità richieste ai servitori dello Stato, se non un vero e proprio pantouflage ai confini della legalità”.
Pesante la reazione di Pierino Di Silverio (nella foto), Segretario Nazionale Anaao Assomed e Stefano Magnone, Segretario Anaao Lombardia, commentando la nomina di Andrea Urbani ad Amministratore Delegato dell’Irccs San Raffaele di Milano. Una nomina che per il sindacato potrebbe apparire ai meno attenti un semplice gioco di porte girevoli, di logica di mercato, ma che così non è.
“Senza entrare nel merito di quanto prodotto dal dott. Urbani nel precedente ruolo, in prima persona o tramite subordinati – proseguono – è evidente, a nostro parere, una sostanziale incompatibilità legislativa rispetto al decreto Monti del 2012 del ‘pantouflage’, e comunque una sostanziale inopportunità quanto al ruolo ricoperto sinora e alle circostanze repentine di questo avvicendamento”.
“Il gioco del valzer delle poltrone, non sconosciuto al complesso sistema della nostra politica, non può e non deve coinvolgere i funzionari della sanità pubblica, ancorché consulenti e non dipendenti, soprattutto se, con un gioco di prestigio, dall’oggi al domani, il controllore diventa controllato e la competenza acquisita nel pubblico a spese delle tasse dei cittadini viene messa al servizio del privato”.
“Auguriamo buon lavoro al neo amministratore delegato – concludono – auspicando però che l’Anac, che verrà prontamente interpellata, voglia fornire elementi che chiariscano la legittimità della carica, anche a costo di non vedere prevalere il buon senso rispetto a logiche più oscure”.
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