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Anemia da carenza di ferro: effetti degli integratori con o senza vitamina C

Farmaci Redazione DottNet | 31/05/2022 12:04

Gli ntegratori di ferro per via orale da soli forniscono un'efficacia di recupero dei depositi di ferro equivalenti a quella del ferro orale integrato con vitamina C nei pazienti con IDA

Secondo le Linee Guida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità l’anemia da carenza di ferro colpisce il 30% della popolazione mondiale, percentuale che definisce la stessa come una problematica non trascurabile.

L'anemia da carenza di ferro è associata a una riduzione dell'eritropoiesi causata da un deficit di ferro corporeo totale. La carenza di ferro può essere suddivisa in tre fasi: prelatente, latente (detta anche eritropoiesi da carenza di ferro) e anemia da deficit di ferro (IDA). Nella prima fase, un'assunzione di ferro inferiore alla quantità richiesta provoca un progressivo esaurimento delle riserve di ferro, principalmente nel fegato e nelle cellule muscolari. I pazienti in questa fase, generalmente, non presentano sintomi e la diagnosi viene fatta quando i livelli di ferritina sierica (la forma di deposito del ferro) scendono al di sotto di 20 ng/mL.

L'esaurimento prolungato del deposito di ferro porta al secondo stadio, in cui le carenze di ferro progrediscono e iniziano ad influenzare l'eritropoiesi. La compromissione dell'eritropoiesi avviene quando il livello di ferro sierico scende sotto i 50,3 μg/dL. I depositi di ferro si esauriscono al punto che non possono più supportare la produzione di emoglobina e generare abbastanza globuli rossi. In questo modo, la carenza di ferro, compromettendo la sintesi dei globuli rossi e la produzione di emoglobina, causa anemia.

Durante la fase prelatente, una dieta ricca di ferro può trattare la maggior parte dei casi. Tuttavia, i pazienti con IDA necessitano di integratori di ferro per ricostituire i depositi, ripristinare la normale ematopoiesi, trattare l'anemia e alleviare i sintomi.

La supplementazione orale di ferro è l'approccio principale per ripristinare i livelli di ferro nei pazienti con IDA. L'assorbimento del ferro avviene prevalentemente nel duodeno e nel digiuno superiore, dove il ferro ferroso può essere trasportato nelle cellule epiteliali della mucosa dell'intestino tenue. Se assunto per via orale, il ferro viene ossidato a Fe3+ e richiede un ambiente gastrointestinale acido tale da favorirne l'assorbimento. La vitamina C può promuovere una maggiore acidità nello stomaco, ma rimane comunque controverso il ruolo che svolge nel recupero dell’anemia. 

Nello studio clinico randomizzato condotto dal dott. Nianyi et al. presso l'ospedale Huashan, Università di Fudan, Shanghai, Cina, è stato valutato se la terapia effettuata con supplementi di ferro per via orale fosse comparabile con quella fatta con gli integratori di ferro per via orale con aggiunta di vitamina C, al fine di verificare se la vitamina C, utilizzata di routine con gli integratori di ferro, può migliorarne l'assorbimento.

Sono stati esaminati 440 pazienti con nuova diagnosi di IDA che non avevano ricevuto alcuna terapia con integratori di ferro. Il gruppo in esame ha assunto una compressa orale di ferro da 100 mg (succinato ferroso, 100 mg/compressa) più 200 mg di vitamina C (vitamina C, 100 mg/compressa) ogni 8 ore al giorno; il gruppo di controllo ha assunto una compressa di ferro da 100 mg (succinato ferroso, 100 mg/compressa) ogni 8 ore al giorno. Tutti i pazienti hanno assunto gli integratori con acqua tiepida mezz'ora dopo un pasto.

I pazienti sono stati trattati per 3 mesi e valutati con un esame emocromocitometrico completo ogni 2 settimane per 2 mesi. 

Il risultato primario valutato è stato il cambiamento del livello di emoglobina. Dal basale al follow-up di 2 settimane, la variazione media del livello di emoglobina era 2,00 g/dL nel gruppo vitamina C più ferro e 1,84 g/dL nel gruppo solo ferro. La variazione era contenuta entro il margine di equivalenza di 1 g/dL, quindi, non c'era alcuna differenza significativa nell'aumento del livello di emoglobina tra i due gruppi. Allo stesso modo, non vi era alcuna differenza significativa nella variazione del livello di emoglobina anche alle settimane 4, 6 e 8. 

I risultati secondari, invece, riguardavano i cambiamenti dei parametri RBC. La variazione media della percentuale di reticolociti dopo un follow-up di 2 settimane è stata dell'1,03% nel gruppo vitamina C più ferro e dell'1,04% nel gruppo solo ferro: la differenza non era significativa. Risultati simili sono stati ottenuti alla settimana 4, 6 e 8. I livelli di MCV e MCH sono leggermente aumentati nel gruppo vitamina C più ferro in tutti i follow-up. 

Non è stata osservata alcuna differenza tra i gruppi per la variazione del livello di ferritina sierica dal basale al follow-up a 8 settimane. La variazione media è stata di 35,75 ng/mL nel gruppo vitamina C più ferro e 34,48 ng/mL nel gruppo solo ferro.  Il trattamento è stato similmente ben tollerato dai due gruppi durante le 8 settimane di follow-up. Gli eventi avversi più frequenti sono stati disturbi allo stomaco, nausea e reflusso acido; la percentuale di pazienti che aveva riscontrato eventi avversi era comparabile tra i 2 gruppi. 

I risultati ottenuti sfidano la raccomandazione di assumere integratori di vitamina C associati all’integrazione di ferro per via orale al fine di migliorare e accelerare il recupero dall'anemia. Infatti, dallo studio si evince che gli integratori di ferro per via orale da soli forniscono un'efficacia di recupero dei depositi di ferro equivalenti a quella del ferro orale integrato con vitamina C nei pazienti con IDA. 

Bibliografia

Nianyi Li et al. The Efficacy and Safety of Vitamin C for Iron Supplementation in Adult Patients With Iron Deficiency Anemia. A Randomized Clinical Trial. JAMA Network Open. 2020; 3(11):e2023644. doi:10.1001/jamanetworkopen.2020.23644.

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