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Gorizia, il caso della Continuità Assistenziale affidata a privati

Medicina Generale Redazione DottNet | 25/05/2022 13:55

Fimmg: abbiamo dato mandato al nostro ufficio legale affinché, tramite un accesso agli atti, si possa fare chiarezza sulle modalità di gestione di un servizio centrale nell’assistenza ai cittadini

«Condividiamo le preoccupazioni della segreteria provinciale FIMMG Gorizia e abbiamo già dato mandato al nostro ufficio legale affinché, tramite un accesso agli atti, si possa fare chiarezza sulle modalità di gestione di un servizio centrale nell’assistenza ai cittadini». Tommasa Maio, segretario nazionale di Fimmg Continuità Assistenziale, commenta così il caso che investe l’ex Guardia Medica (oggi Continuità Assistenziale) sollevato dalla Fimmg di Gorizia e ripreso da diverse testate giornalistiche. Maio chiarisce che «la richiesta di accesso agli atti servirà a comprendere se l’Azienda abbia espletato tutte le procedure previste dalle norme vigenti per l’attribuzione degli incarichi e la copertura del Servizio nell’ambito della Medicina Generale, e quindi nell’ambito del SSN, o vi siano state condotte omissive.

  Viene da chiedersi: se esiste una reale carenza, come mai una azienda privata riesce a individuare quei medici da destinare al servizio che invece l’azienda sanitaria afferma di non trovare? Se il servizio verrà espletato sempre da medici, mi chiedo perché non si sia provveduto ad assumerli secondo le ordinarie procedure di inserimento nell’ambito del Servizio sanitario nazionale?».

Ad allarmare Fimmg Continuità Assistenziale è anche quanto riportato da autorevoli testate giornalistiche nazionali, che denunciano l’inadeguatezza degli spazi destinati dall’Azienda Sanitaria al servizio di Continuità Assistenziale. «Se dovesse risultare vero che "a Monfalcone l’ambulatorio di Guardia Medica non è a norma per le visite" e che "i pazienti vengono accolti e assistiti nel corridoio", evidentemente saremmo al cospetto di una situazione gravissima, con evidenti responsabilità dell’Azienda Sanitaria di competenza anche nella mancata individuazione delle strutture che avrebbero dovuto accogliere i cittadini che fino ad oggi si sono rivolti alle sedi per ricevere assistenza». Per Fimmg Continuità Assistenziale è comunque evidente che questa scelta è «il segnale di un fallimento gestionale e della volontà di sottrarsi al confronto sindacale. Una sconfitta per chi dovrebbe garantire il miglior funzionamento della sanità pubblica. Abdicare alle proprie responsabilità, in questo caso, significa soprattutto contrarre il diritto alla salute dei cittadini nell’ambito del Servizio sanitario nazionale». E sarebbe allarmante anche l’ipotesi per la quale il servizio di Continuità Assistenziale, tipicamente di competenza del medico di medicina generale, tramite la cooperativa possa invece in futuro ricadere su altre figure sanitarie e non su medici. «Se così fosse - prosegue il segretario nazionale – qualcuno dovrebbe informare di questa decisione senza precedenti i cittadini di Monfalcone, che rivolgendosi al Servizio per consultare un Medico troverebbero invece un professionista diverso, non medico, legittimato a prestare un’assistenza di diverso livello e diversa capacità di presa in carico e risposta ai loro bisogni. I cittadini di Monfalcone meritano chiarezza».

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