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Sequenziata in Italia la nuova variante Omicron2: non desta preoccupazione

Sanità pubblica Redazione DottNet | 28/01/2022 19:16

Secondo l'Imperial College l’efficacia vaccinale verso casi sintomatici è leggermente più alta. Migliorano gli indicatori di monitoraggio dell’andamento della pandemia: l'incidenza passa dai 2.011 casi per 100 mila abitanti di sette giorni fa a 1.823

Secondo l'Imperial College l’efficacia vaccinale verso casi sintomatici è leggermente più alta. Migliorano gli indicatori di monitoraggio dell’andamento della pandemia: l'incidenza passa dai 2.011 casi per 100 mila abitanti di sette giorni fa a 1.823 e l'indice Rt da 1,31 scende a 0,97

Arriva in Italia la variante Omicron 2. E' stata sequenziata dal Laboratorio di Igiene del Policlinico san Martino diretto dal professor Icardi,dove è stata individuata in un paziente. Un altro caso è arrivato dal monitoraggio nazionale. La nuova variante, sorella di Omicron, con il lignaggio BA differisce da BA.1 per alcune mutazioni, anche nella proteina Spike. “La variante Omicron è ormai largamente predominante in più del 95% dei casi, in alcuni casi è stata rilevata la variante Omicron 2 ma non è molto diversa nelle caratteristiche da Omicron 1”, ha spiegato il direttore generale della prevenzione del ministero della Salute Gianno Rezza (nella foto) commentando i dati del monitoraggio di ieri.

La sottovariante di Omicron Ba.2, ribattezzata Omicron 2, è in 9 Regioni ed è pari all’1% delle sequenze classificate come Omicron. E’ stata segnalata in Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sicilia e Toscana. Lo evidenzia l'indagine rapida condotta dall'Iss e dal ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler. “E’ di un certo interesse il fatto che in questa indagine siano state rilevate 21 sequenze riconducibili al lignaggio BA.2, che è causa di più del 50% di infezioni da Sars-CoV-2 in alcuni Paesi Europei tra i quali, in particolare, la Danimarca”, conclude l’Iss.

Sulla nuova variante non ci sono ancora elementi per determinare se il lignaggio BA.2 sia più trasmissibile o abbia un vantaggio di evasione immunitaria rispetto al lignaggio BA.1. Le prime osservazioni dall’India e dalla Danimarca suggeriscono che non vi sia alcuna differenza di gravità. BA.2 condivide 32 mutazioni con BA.1, ma presenta anche 28 mutazioni uniche. E in tutto ha 70 mutazioni in più rispetto al ceppo originario Wuhan, rispetto alle 53 di BA.1. Alcune analisi suggeriscono che le mutazioni Spike abbiano un impatto abbastanza minimo sull’antigenicità rispetto a BA.1 e che quindi le differenze nell’efficacia dei vaccini contro BA.2 rispetto a BA.1 siano trascurabili. I primi studi dall’Imperial College dicono che l’efficacia vaccinale verso casi sintomatici è preservata, anzi leggermente più alta per BA.2 rispetto a BA.1.
È anche altamente probabile che l’infezione da BA.1 dia una discreta reattività crociata contro l’infezione da BA.2. Il vantaggio di BA.2 rispetto a BA.1 è stimato del 10-15% circa in Danimarca e del 5-6% in Germania: in alcuni Paesi il picco Omicron è stato superato, quindi molti scienziati prevedono che BA.2 non possa da sola provocare altre ondate (si veda la discesa dei casi in Sudafrica), potrebbe però sostituire lentamente la BA.1 nei prossimi mesi, ma i dati su contagiosità e letalità sono davvero limitati (visto anche la difficoltà a intercettare la sotto-variante), quindi è necessario continuare a indagare.

Finora sono  40 i Paesi che hanno caricato più di 8.000 sequenze BA.2 su Gisaid (il portale internazionale di dati genomici) dal 17 novembre 2021. Le tre sottolinee distinte di Omicron (chiamate BA.1, BA.2 e BA.3) sembrano essere emerse tutte più o meno nello stesso periodo. Ciò significa che Omicron ha avuto il tempo di diversificare prima che gli scienziati se ne accorgessero. Anche se non è possibile determinare dove possa aver avuto origine esattamente il sottolignaggio BA.2, le prime sequenze sono state inviate da Sudafrica e Filippine e la maggior parte dei campioni è stata caricata dalla Danimarca (che però è tra le prime nazioni al mondo per capacità di sequenziamento). Altri Paesi con più di 100 campioni sono l’India, la Svezia e Singapore. Una variante di difficile identificazione, poiché non presenta la delezione del gene S caratteristica di Omicron BA.1: per trovarla, quindi, è necessario sequenziare tutti i campioni e questo implica una capacità di laboratorio che non tutti i Paesi hanno. La mancanza del gene S, invece, è quella che permette di sospettare l’appartenenza di un campione alla variante Omicron del tipo classico direttamente dal tampone (senza sequenziamento, che viene fatto successivamente).

In Danimarca BA.2 si sta diffondendo rapidamente ed è ormai prevalente rispetto a BA.1. Ormai rappresenta circa il 65% dei nuovi casi ma per il momento la cosa non desta preoccupazioni perché non ci sono grandi differenze nella distribuzione per età, stato vaccinale, reinfezioni e rischio di ricovero. Nel Regno Unito l’Agenzia per la sicurezza sanitaria (UKHSA) ha designato il sotto-lignaggio BA.2 come variante sotto inchiesta il 21 gennaio.  Uno studio inglese segnala un aumento dei nuovi casi sintomatici giornalieri di Covid saliti di circa il 10% in una settimana e ipotizza una maggior contagiosità di BA.2, tutta da confermare. All’Imperial College su 1.816 campioni positivi analizzati, il 99% erano Omicron e 6 BA.2, il restante 1% erano Delta.

Intanto giungono buone notizie dalla Cabina di Regia che registra un miglioramento di tutti gli indicatori di monitoraggio dell’andamento della pandemia. Infatti non ci sarà nessun cambio di colore. L'incidenza passa dai 2.011 casi per 100 mila abitanti di sette giorni fa a 1.823 e l'indice Rt da 1,31 scende a 0,97.  “Si conferma – si legge nel report -  una situazione epidemica acuta nella settimana di monitoraggio corrente con una incidenza settimanale che a livello nazionale, in diminuzione, rimane molto elevata. Si osservano inoltre segnali di diminuzione della trasmissibilità e dell’occupazione dei posti letto in terapia intensiva. Si confermano segnali plurimi di allerta a livello regionale nelle attività di sorveglianza e indagine dei contatti”.
 
Nello scenario attuale – prosegue il rapporto - persiste un forte impegno dei servizi assistenziali che continua ad imporre una revisione organizzativa delle prestazioni erogate a favore dei pazienti COVID-19. Alla luce della elevata incidenza e della ormai quasi completa presenza della variante Omicron di SARS-CoV-2, è necessario il rigoroso rispetto delle misure comportamentali individuali e collettive, ed in particolare distanziamento interpersonale, uso della mascherina, aereazione dei locali, igiene delle mani e riducendo le occasioni di contatto ed evitando in particolare situazioni di assembramento”.  “Una più elevata copertura vaccinale, in tutte le fasce di età, anche quella 5-11 anni, il completamento dei cicli di vaccinazione ed il mantenimento di una elevata risposta immunitaria attraverso la dose di richiamo, con particolare riguardo alle categorie indicate dalle disposizioni ministeriali, rappresentano strumenti necessari a contenere l’impatto clinico dell’epidemia anche sostenuta da varianti emergenti”, conclude.

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