Facchini: Questo studio deriva da ricerche precedenti che hanno dimostrato come alcune molecole target funzionino molto bene in pazienti con determinate mutazioni
Il tumore prostatico in Italia è la seconda causa di neoplasia dopo il tumore mammario e 564.000 sono le persone in vita dopo aver ricevuto una diagnosi, con 36.000 i nuovi casi nel 2020. A snocciolare i dati di una neoplasia evidentemente in forte crescita è il professor Gaetano Facchini, direttore dell’Unità operativa complessa di Oncologia dell’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, della ASL Napoli 2 Nord. Di questi dati, ma soprattutto dei grandissimi cambiamenti in atto per quanto riguarda terapie mediche, chirurgia e radioterapia, si discuterà nel corso di uno degli appuntamenti più attesi dell’anno dagli addetti ai lavori: il meeting "Prostate Cancer Update 2021", organizzato proprio dall’Unità operativa di Facchini, presso Centro Congressi Hotel degli Dei, Pozzuoli.
«La ricerca clinica associata alla migliore organizzazione dei percorsi assistenziali - spiega l’oncologo - rappresenta uno dei principali obiettivi della nostra U.
È il caso, ad esempio, dello studio AMPLITUDE che, spiega l’oncologo, «sta valutando la combinazione della terapia ormonale più nuovi agenti ormonali e nuove molecole in pazienti con particolari mutazioni genetiche nella fase metastatica ormono-sensibile. Questo studio deriva da ricerche precedenti che hanno dimostrato come alcune molecole target funzionino molto bene in pazienti con determinate mutazioni. Grazie alla sperimentazione sarà possibile verificare l’efficacia di questa nuova combinazione, ma anche valutarne la tossicità, la tolleranza e l’impatto sulla qualità di vita dei pazienti». Non meno importanti sono gli studi "MK3475-641" e "IMP4297-302". Nomi un po’ complessi, dietro i quali si celano prospettive entusiasmanti. «Lo studio MK3475-641 - prosegue Facchini - valuta nei pazienti con tumore prostatico metastatico resistente alla castrazione l’associazione di nuovi agenti ormonali con immunoterapia, mentre lo studio IMP4297-302 valuta l’associazione con la nuova molecola target PARP-inhibitor. Questo significa dare una speranza in più ai nostri pazienti». Durante il meeting, dunque, gli specialisti affronteranno i nuovi approcci terapeutici chirurgici, radioterapici e di terapia medica standard ed innovativa nel trattamento del tumore della prostata avanzato. Un lavoro che oggi, nelle realtà d’eccellenza, non può che valorizzare il team multidisciplinare costituito da urologi, radioterapisti, oncologi. Un lavoro che si avvale dell’organizzazione del Gruppo Oncologico Multidisciplinare del tumore prostatico e della Rete Oncologica Campana che ha realizzato un moderno percorso di gestione ospedale-territorio. Di questi giorni, e non è un caso, la notizia che al professor Gaetano Facchini è stato consegnato il premio al "Reparto Esemplare" 2021 "per aver rimodellato l’attività assistenziale in ragione dei bisogni assistenziali e umani del paziente, aumentando il volume di attività e riducendo la mobilità extraregionale".
L'ospedale Santa Croce di Fano ha effettuato con successo l'impianto di un dispositivo per l'infusione sottocutanea continua di Levodopa in due pazienti affetti dalla patologia
I risultati di uno studio della Fondazione Tettamanti e dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII sono stati pubblicati sul “Blood Cancer Journal”
A rischio il settore dei farmaci generici-equivalenti e biosimilari
Si tratta di medicinali orfani per malattie rare (1), nuove molecole chimiche (1), farmaci generici (3) ed estensioni delle indicazioni terapeutiche (5)
Sono un antiepilettico e un farmaco per il colesterolo che insieme sono in grado di modificare la biologia del tumore e potenziare l'effetto della chemioterapia
Dal melanoma al seno. Da studiare il fenomeno della resistenza in certi pazienti
Ricercatori di IEO e dell’Università degli Studi di Milano scoprono come farmaci già in uso possono essere potenzialmente efficaci contro tumori con una diffusa anomalia genetica
I nuovi dati dello studio MARIPOSA, presentati alla World Conference on Lung Cancer 2024, hanno confermato una superiorità clinica a lungo termine della terapia amivantamab più lazertinib rispetto alla monoterapia con osimertinib
Commenti