La recente pubblicazione PLosONE dell’Università di Parma di uno studio in vivo, condotto su Colostrononi GUNA, rinnova l’interesse della ricerca scientifica verso nuovi nutrienti, capaci di regolare l’omeostasi del Microbiota. (1-3)
Colostrononi, integratore alimentare, a base di Colostro bovino e Noni di Tahiti (Morinda citrifolia L.), sinergia dei componenti e razionale nutraceutico
Il colostro bovino
L’impiego alimentare in umano del colostro bovino affonda la sue radici in una tradizione millenaria.
Il suo razionale di utilizzo è oggi sostenuto da numerosi studi grazie alla particolare ricchezza e varietà dei componenti nutrizionali.
Diversi studi confermano nel colostro bovino la presenza di numerosi principi nutrizionali con fattori che appartengono al “sistema immunitario” quali lattoferrina, lattoperossidasi ed altre proteine. Sono presenti, inoltre, immunoglobuline (IgA, IgM e IgG), fattori di regolazione e ormone della crescita. (4-10)
Per la formulazione dell’integratore alimentare Colostrononi viene utilizzato colostro bovino, con le seguenti caratteristiche:
Il Noni (Morinda citrifolia L.), nuove evidenze dalla ricerca scientifica
L’altro componente dell’integratore alimentare qui in evidenza, è Il Noni (Morinda citrifolia L.). Questa pianta millenaria e resiliente di origine Tahitiana nota per il suo elevato tenore di composti fitochimici, come glicosidi, polisaccaridi, trisaccaridi esteri di acidi grassi, vitamine e minerali.
Recenti studi nella ricerca di base e trial clinici hanno rilevato che il succo ricavato dall'estratto del frutto (Noni) possiede un'ampia gamma di effetti antiossidanti e contiene inoltre l’alcaloide Proxeronina, precursore della Xeronina, a cui è attribuito un ruolo chiave nella sintesi proteica. (11-12)
Analisi dello studio PLos-One
Lo studio, sperimentale in vivo coordinato da Marco Ventura, direttore del Centro Interdipartimentale “Microbiome Research Hub”, ha rivelato la capacità di Colostrononi di preservare l’omeostasi del microbiota intestinale e di promuovere le componenti del sistema immunitario innato dei mammiferi. (1)
Lo studio, della durata di 3 settimane, è stato condotto su un campione di 20 roditori, randomizzati in due gruppi per il trattamento con Colostrononi. Durante la prima settimana, tutti gli animali hanno continuato a seguire una normale dieta alimentare, ricevendo in aggiunta una somministrazione orale giornaliera di saccarosio al 2%. Successivamente, un gruppo è stato alimentato con una dieta standard, integrata con Colostrononi sciolto in soluzione di saccarosio al 2% (n=10, gruppo CN) e l’altro è stato mantenuto con la semplice dieta, integrata con soluzione di saccarosio al 2% (n=10, gruppo CTRL). Sono stati quindi valutati diversi parametri:
Valutazione della crescita e del food intake
Metodo: misura del peso corporeo dei due gruppi a differenti time points.
Risultati: non è stata rilevata alcuna differenza di peso, a prova del fatto che Colostrononi non influisce sulla crescita e sul food intake dell’animale. (1)
La composizione del microbiota intestinale
Metodo: analisi del profilo microbico dell’ rRNA 16s, ottenuto dal sequenziamento genico dopo estrazione del DNA da campioni fecali e tessuto dell’intestino cieco.
Risultati: il confronto del microbiota di campioni cecali e fecali appartenenti ai ratti CN e CTRL, rispettivamente, non hanno indicato differenze significative nella composizione del microbiota; è stato osservato invece un leggero aumento nella prevalenza del genere Akkermansia nel gruppo trattato con Colostrononi rispetto al gruppo controllo. Questi risultati supportano l'ipotesi che Colostrononi non influenza (né negativamente né positivamente) l'omeostasi del microbiota intestinale in buone condizioni di salute, mantenendo quindi l'equilibrio tra i diversi gruppi di batteri. Inoltre l’aumento del genere Akkermansia, riconosciuto come modulatore del sistema immunitario dell’ospite e promotore della proliferazione delle cellue T regolatorie, fa ipotizzare un coinvolgimento di Colostrononi anche nel meccansimo di difesa dell’ospite. (1)
La risposta infiammatoria
Metodo: saggi di espressione genica delle citochine IL-10, IL-12, IL-8 e TNF-alfa.
Risultati: è stata rilevata una significativa riduzione dei livelli di espressione di IL-10, IL-12 e TNF-alfa nel gruppo CN. In particolare, andando a considerare il rapporto IL-10/IL-12, (circa 1:1, in condizioni normali) marker per le malattie infiammatorie e/o disbiosi, si è osservata una riduzione simultanea dell’espressione di entrambe le citochine, conservando così il normale rapporto 1:1: un’ulteriore prova dell’assenza di cambiamenti nella composizione del microbiota nei due gruppi sperimentali. Andando a considerare il rapporto TNF-alfa/IL-10 (citochina pro-infiammatoria/citochina anti-infiammatoria), questo risulta ridotto nel gruppo CN rispetto a quello CTRL. La riduzione simultanea dell'espressione genica di TNF-alfa, IL-10 e IL-12 ci permette di ipotizzare che Colostrononi nel soggetto sano svolga un ruolo importante nel meccanismo di immunomodulazione, riducendo lo stato fisiologico di infiammazione (bassi livelli di TNF-alfa e ridotto rapporto TNF-alfa/IL-10) e preservando allo stesso tempo quello di immunotolleranza (rapporto costante IL-10/IL-12). (1)
La permeabilità delle cellule intestinali
Metodo: analisi di espressione dei marcatori delle cellule intestinali claudine, occludine e molecole di adesione giunzionale.
Risultati: non è stata osservata alcuna differenza significativa nell’espressione di questi marcatori nei due gruppi CTRL e CN. Questi dati suggeriscono che Colostrononi non altera la permeabilità delle cellule intestinali nei soggetti sani. (1)
In sintesi in questo studio in vivo sono state confermate le proprietà di Colostrononi nel mantenere l’equilibrio del microbiota intestinale e le sue capacità di influenzare positivamente l’immunità innata dell’ospite in condizioni di buona salute. (1)
Un’interessante valutazione da fare in futuro è considerare se Colostrononi possa conservare queste stesse proprietà anche in condizioni patologiche, come quella dell’IBD (malattia infiammatoria intestinale), in quanto esiste già uno studio con un modello murino di IBD, trattato con colostro bovino, che ha dimostato l’effetto protettivo di quest’ultimo sul microbiota intestinale. (1)
Bibliografia
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