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Riscatto laurea: a chi e quando conviene

Professione Redazione DottNet | 19/05/2021 15:34

Differenze tra neo laureati e anziani. Che cosa accade con i convenzionati e i libero professionisti

Una delle domande più frequenti che vengono poste dai medici e dagli odontoiatri neo laureati è: mi conviene riscattare immediatamente il corso di laurea oppure è meglio aspettare qualche tempo? 

In realtà, considerando le varie strade che il giovane medico può intraprendere nella sua carriera, sarebbe sempre meglio attendere che la propria posizione professionale sia stabile, per poi migliorare la condizione previdenziale del Fondo che erogherà la futura pensione. Insomma, il medico ospedaliero farebbe bene a riscattare la laurea presso la gestione Inps dei lavoratori dipendenti, mentre il convenzionato o il libero professionista debbono preferibilmente concentrarsi sulla gestione Enpam di riferimento. 

Ma anche il costo è un importante elemento di giudizio: spesso, infatti, capita che il neo laureato aderisca al cosiddetto riscatto degli inoccupati (ex legge 184/1997) per spuntare il minimo onere possibile per l’operazione. Il problema è però che questo riscatto viene parcheggiato presso una gestione residuale Inps, in attesa di essere valorizzato presso la gestione Inps di effettiva iscrizione. Ma cosa accade se invece il medico intraprende la carriera di convenzionato o di libero professionista? Quei soldi, tanti o pochi che siano, vanno perduti?  

La risposta ovviamente è no. Ma le modalità di recupero di quegli importi sono state solo di recente formalizzate dall’Enpam, con una disciplina molto dettagliata. L’iscritto al Fondo Speciale (medico di famiglia, pediatra di libera scelta, medico di continuità, emergenza, dei servizi o specialista ambulatoriale) che: 

    • ha esercitato la facoltà di riscatto del periodo del corso legale degli studi universitari ai sensi dell’art. 2, comma 5bis, del D.Lgs. 30 aprile 1997, n. 184 (riscatto di laurea richiesto all’Inps da soggetti inoccupati e privi di copertura previdenziale e obbligatoria);
    • è in possesso dei requisiti per accedere ai riscatti (ricordiamo che occorrono almeno 10 anni di contribuzione alla specifica gestione);

può richiedere, all’atto della presentazione della domanda del riscatto degli anni di laurea, il trasferimento presso la gestione del Fondo Speciale di appartenenza del montante contributivo maturato. 

Il riscatto avviene mediante versamento di un contributo pari alla riserva matematica, necessaria per la copertura assicurativa dell’incremento pensionistico conseguibile con il riscatto medesimo. Il montante trasferito dalla gestione Inps è considerato a titolo di acconto del riscatto e quindi ne abbatte il costo. 

Allo stesso modo può comportarsi anche il medico o odontoiatra libero professionista che è iscritto alla gestione "Quota B" del Fondo di previdenza generale dell’Enpam. Se invece il medico non è un iscritto attivo di nessuna di queste gestioni, oppure non è più interessato al riscatto, egli, in alternativa, può richiedere il trasferimento del montante contributivo presso la gestione "Quota A". In tale caso, la somma è valorizzata ai fini pensionistici secondo il sistema contributivo di cui alla Legge n. 335/95 e successive modificazioni, ma non può valere come riscatto, perché in quest’ultima gestione esso non è contemplato.

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