Gli specializzandi in medicina potranno frequentare un master o conseguire, in contemporanea, un dottorato
Arriva una proposta di legge che abolirà il divieto di iscriversi contemporaneamente a due corsi di laurea. Un provvedimento che avrebbe il compito di abrogare una legge in vigore da quasi 100 anni e che il Parlamento sembra voler cambiare con l’accordo di tutti i gruppi. Giovedì scorso - come riporta Fanpage - la proposta di legge è stata approvata, all’unanimità, dalla commissione Cultura della Camera. E come spiega Manuel Tuzi, deputato del Movimento 5 Stelle, contattato da Fanpage.it, una delle novità più importanti riguarda non solo i corsi di laurea, ma anche la possibilità per gli specializzandi in medicina di seguire contemporaneamente altri corsi di formazione, master o conseguire un dottorato di ricerca. La proposta approvata in commissione abroga l’articolo 142, comma 2, del regio decreto 31 agosto 1933 n. 1592, il quale prevede che sia “vietata l’iscrizione contemporanea a diverse università e a diversi istituti di istruzione superiore, a diverse facoltà o scuole della stessa università o dello stesso istituto e a diversi corsi di laurea o di diploma della stessa facoltà o scuola”.
La proposta per l'iscrizione a due corsi di laurea
Se la proposta dovesse andare in porto e diventare legge, quindi, gli studenti potranno invece iscriversi contemporaneamente a due diversi corsi di laurea, corsi di laurea magistrale o di master, anche in diverse università o istituti.
Specializzandi nelle professione mediche
Una delle novità principali riguarda i corsi di specializzazione medica. La legge prevede non solo l’iscrizione contemporanea a un corso di laurea e a uno di master o a un dottorato di ricerca, ma anche la possibilità di essere contemporaneamente iscritti a un corso di specializzazione medica e a un master o a un dottorato di ricerca. Non è invece possibile essere iscritti alla specializzazione medica e a un corso di laurea contemporaneamente. La rivoluzione per i medici specializzandi la spiega Tuzi: “Io sono un medico specialista, noi nel corso di specializzazione abbiamo una borsa di formazione che non possiamo usare per fare master o dottorati, invece con un emendamento approvato sarà consentito fare anche questo in contemporanea. Fuori dall’orario di formazione del lavoro si potranno fare anche master e dottorati”.
In caso di specializzazione in medicina e dottorato, lo studente potrà continuare a percepire entrambe le retribuzioni previste, anche se questo aspetto verrà regolamentato più nello specifico dai successivi decreti attuativi ministeriali. Non sono previsti, al momento, limiti particolari in questo senso. La richiesta di consentire agli specializzandi in medicina di svolgere altre attività formative, spiega ancora Tuzi che è firmatario dell'emendamento che ha introdotto questa modifica, è arrivata anche “da più categorie e associazioni: era una norma aspettata da tempo, io l’ho vissuta in prima persona da specializzando in medicina dello sport, se avessi voluto fare, per esempio, un master in nutrizione per avere maggiore settorializzazione, non ne avrei avuto modo”.
Il fascicolo digitale
Il deputato del Movimento 5 Stelle rivendica anche l’introduzione di quella che definisce come una “vera innovazione”: “Siamo riusciti a inserire il fascicolo digitale che sarà un curriculum digitale, che parte dalla scuola, dall’università ed è un ponte per il mondo delle imprese che oggi è mancante. Permetterà di bollinare le competenze acquisite anche per il mondo del lavoro e in futuro sostituirà il curriculum”. Per quanto riguarda i tempi di approvazione definitiva della proposta di legge, l’augurio di Tuzi è che il testo arrivi in Aula alla Camera ad aprile: “Essendoci l’unanimità, il provvedimento dovrebbe correre con maggiore velocità rispetto a una proposta di legge normale. L’obiettivo è di vederlo riconosciuto per inizio del 2022. Avremmo voluto già partire con il nuovo anno accademico, a settembre 2021, ma cerco di essere realista, la proposta verrà totalmente approvata entro fine anno”. Una volta approvata per disciplinare le modalità di iscrizione servirà, entro tre mesi dall’entrata in vigore, un decreto del ministero dell’Università.
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