Sarà possibile individuare nuovi biomarcatori patologici che permettono la diagnosi precoce e capire come numerosi tumori influenzano l'organismo
Anche i batteri vivono nei tumori. È grazie all'intelligenza artificiale che è stato possibile scoprire le informazioni genetiche dei microbi che contaminano le cellule cancerose. A realizzare questo algoritmo sono stati i ricercatori della Duke University che hanno fatto un passo in avanti nell'analisi del microbiota. Grazie a questo lavoro, pubblicato sulla rivista scientifica Cell Host & Microbe, potrà essere possibile individuare nuovi biomarcatori patologici che permettono la diagnosi precoce e capire come numerosi tumori influenzano l'organismo. Tutto parte dal Tcga, un programma di genomica del cancro che ha caratterizzato, a livello molecolare, oltre 20mila tumori primari che coprono 33 tipi di cancro. Ne è stato realizzato un vero e proprio atlante che fotografa il Dna, i marcatori epigenetici e quali proteine vengono prodotte.
fonte: Cell Host & Microbe
I risultati di uno studio della Fondazione Tettamanti e dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII sono stati pubblicati sul “Blood Cancer Journal”
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La borsa di studio arriva a quattro anni dalla scomparsa della presidente di Acto Campania, vittima di un tumore eredo familiare varata grazie proprio al suo impegno
Per la prima volta, i ricercatori cercheranno di individuare una “firma”, cioè un biomarcatore multimodale non invasivo di ipossia, per indirizzare in maniera più appropriata i pazienti che lo necessitano verso la radioterapia con particelle pesanti
Sono un antiepilettico e un farmaco per il colesterolo che insieme sono in grado di modificare la biologia del tumore e potenziare l'effetto della chemioterapia
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Ricercatori di IEO e dell’Università degli Studi di Milano scoprono come farmaci già in uso possono essere potenzialmente efficaci contro tumori con una diffusa anomalia genetica
I nuovi dati dello studio MARIPOSA, presentati alla World Conference on Lung Cancer 2024, hanno confermato una superiorità clinica a lungo termine della terapia amivantamab più lazertinib rispetto alla monoterapia con osimertinib
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