Lo rivela uno studio italiano: una su 4 non ne ha avuto più segni
Un trattamento basato sulle microonde, una volta al mese per 4 mesi, può far ridurre la cellulite. A dirlo è uno studio italiano coordinato dal direttore scientifico dell'Istituto dermoclinico Vita Cutis di Milano, Antonino Di Pietro, e pubblicato sul Journal of Plastic and Pathology Dermatology. Al lavoro hanno partecipato 20 donne. Il protocollo è consistito nel trattamento, in 4 sedute, grazie a un particolare sistema che sfrutta le microonde. All'inizio del lavoro, il 95% delle pazienti aveva una cellulite classificabile da moderata a grave (quella di grado II e III è stata riscontrata nell'85% delle donne), mentre il 15% ne aveva una lieve (di grado I). Otto settimane dopo l'ultimo trattamento è stato riscontrato un miglioramento complessivo del grado di cellulite, con l'80% delle donne che aveva un livello classificabile fino al livello "lieve" e il 20% delle pazienti che aveva, invece, un indice moderato.
fonte: Journal of Plastic and Pathology Dermatology
Al Bambino Gesù parte la selezione dei pazienti per uno studio
È la malattia della pelle con più elevato impatto psico-sociale: in un Manifesto le priorità dei pazienti per migliorare l’assistenza e uscire dall’isolamento
"La vitiligine è stata a lungo considerata una condizione estetica, mentre si tratta di una vera e propria malattia cronica autoimmune, spesso associata ad altri disturbi, quali disfunzioni della tiroide, diabete mellito e alopecia areata"
Al via una campagna di sensibilizzazione che rimette al centro il ruolo attivo di Apiafco come associazione di pazienti, ricordando anche il valore aggiunto dell’associazionismo
Negli adolescenti la dermatite atopica è associata a un notevole carico psicologico: maggiore vulnerabilità, rabbia, ansia e insicurezza
La campagna promossa da Johnson & Johnson in partnership con APIAFCO – Associazione Psoriasici Italiani Amici della Fondazione Corazza ha l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione sulla psoriasi e offrire screening gratuiti
Lo indica lo studio pubblicato sulla rivista Jama Dermatology e condotto presso l'Università di San Francisco su due ampi campioni di individui
L’assunzione del principio attivo Baricitinib, il primo approvato nel 2022 per i pazienti adulti con alopecia areata grave si è dimostrata ancora più efficace sui pazienti curati nella vita reale rispetto a quelli trattati negli studi registrativi
Commenti