Per richieste di chiarimenti, consigli medici o semplicemente sfogo, sempre più pazienti si rivolgono alla Community della Fondazione italiana endometriosi, che ha registrato 4.000 nuove iscrizioni
Le donne con endometriosi non sono più a rischio delle altre di contrarre il Covid-19. Questa la risposta ad uno dei più frequenti dubbi tra le donne affette dalla patologia. Per richieste di chiarimenti, consigli medici o semplicemente sfogo, sempre più pazienti si rivolgono alla Community della Fondazione italiana endometriosi, che ha registrato 4.000 nuove iscrizioni durante i mesi dell'emergenza coronavirus e 463.170 interazioni tra like, commenti e post. "L'endometriosi è la presenza di endometrio al di fuori della cavità uterina - spiega Pietro Giulio Signorile, presidente della Fondazione italiana Endometriosi - In Italia sono 3 milioni le donne affette da endometriosi, ma la cifra è sottostimata".
"L'endometriosi non è una malattia autoimmune e - spiega Signorile - le possibilità di contagio sono le stesse mentre gli effetti sono mitigati perché la risposta immunitaria è meno forte". Rispetto alla possibilità che le terapie ormonali possano portare la temperatura corporea sopra i 37,5 gradi, prosegue, "il medico dovrà sospendere la terapia per un periodo" per verificare l'origine della febbre ed escludere un contagio da Sars-Cov-2. Qualora la febbre fosse collegata alla pillola, "sarà necessario farsi fare un certificato dal proprio medico" per poter accedere nei locali in cui viene misurata la temperatura corporea.
La procreazione medicalmente assistita rappresenta una soluzione concreta per le pazienti che desiderano avere un figlio
L'esatta prevalenza dell'endometriosi non è nota, anche se si stima che colpisca tra il 3 e il 10% della popolazione generale con picco di incidenza tra i 25 e i 35 anni di età
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