Uno studio olandese ha messo in evidenza il ruolo degli inibitori della pompa protonica (PPIs) nella patologia del reflusso gastroesofageo. L’introduzione di questi farmaci infatti è stata un grosso passo in avanti per il trattamento dei disordini annessi al succo gastrico come la malattia del reflusso sintomatico o l’ulcera gastrica.
Nonostante la forte efficacia degli inibitori della pompa protonica, in un piccolo numero di pazienti con reflusso sintomatico, questi farmaci non si sono mostrati adeguatamente efficaci. La quantità di acido inibito, che può essere ottenuto utilizzando un PPI, dipende anche da un numero differente di fattori come l’infezione da Helicobacter pilory, variazioni genetiche nella metabolizzazione degli enzimi, e la mancanza di compliance. Inoltre l’acido gastrico notturno non sembra essere un fattore fondamentale per la patogenesi e per la terapia di resistenza del reflusso sintomatico. In aggiunta a quanto appena riportato, non tutti i reflussi che dallo stomaco vanno all’esofago sembrano essere acidi. Infatti, episodi di riflusso non acido possono anche provocare i tipici sintomi da riflusso.
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