Canali Minisiti ECM

Una scansione che rileva il calore delle mani aiuta a diagnosticare l'artrite

Neurologia Redazione DottNet | 26/11/2019 13:54

Coloro che avevano temperature del palmo della mano superiori a 31,5 gradi centigradi avevano maggiori probabilità di avere la patologia

Chi ha l'artrite reumatoide ha i palmi delle mani e le dita più calde rispetto a chi non ha la malattia. Per questo, scansioni atte a rilevare il calore con strumentazioni specifiche possono aiutare a diagnosticare la patologia. Lo rileva una ricerca dell'Università di Malta, pubblicata su Scientific Reports.    La ricerca ha testato ultrasuoni e termocamere su oltre 80 volontari. Poco meno della metà dei pazienti (31) aveva l'artrite reumatoide mentre gli altri 51 avevano articolazioni sane.  È emerso che coloro che avevano temperature del palmo della mano superiori a 31,5 gradi centigradi avevano maggiori probabilità di avere la patologia rispetto a quelli con mani più fredde.

Lo stesso meccanismo è stato riscontrato per le temperature delle dita. Questo anche quando un altro ausilio diagnostico - l'ecografia, che produce immagini dei tessuti - non ha rilevato segni di malattia.  I ricercatori ritengono che la differenza di temperatura possa essere il risultato dell'attività sottostante della malattia - come un gonfiore a basso livello all'interno dei tessuti (sinovite) - che potrebbe non produrre sintomi. 

fonte:  Scientific Reports

Commenti

I Correlati

Il finanziamento per progetti di Ricerca su prevenzione e fasi precoci della malattia di Alzheimer ed uno studio basato su tecniche di arte-terapia nel trattamento di persone affette da Alzheimer o Disturbo Cognitivo Lieve

Un’indagine di IQVIA Italia, leader mondiale nei dati sanitari e farmaceutici, fotografa lo scenario attuale italiano sulla malattia del Parkinson

Concluso a Parma il XXIV Congresso Nazionale della SIRN: crescono le adesioni e la multiprofessionalità

La fase Rem carente riduce il volume di un'area del cervello

Ti potrebbero interessare

Scoperti nuovi fattori di rischio: il colesterolo "cattivo" nella mezza età e la perdita della vista non trattata in età avanzata

Perdita di autonomia, stigma sociale e peso economico i principali timori

Il lavoro, che accoglie le prime evidenze dello studio Nemesis è stato pubblicato su Nature Communications e illustra la generazione e i meccanismi neuronali delle alterazioni, suggerendo nuove vie di riabilitazione

All’A.O.U. Luigi Vanvitelli una nuova tecnologia cambierà la vita di migliaia di pazienti

Ultime News

Più letti