Lo rivela uno studio che sarà presentato in occasione del congresso '2019 NCRI Cancer Conference' a Glasgow
L'ormone maschile, il testosterone, e un ormone della crescita (IGF-I), se presenti in grandi quantità nel sangue, si associano ad un maggior rischio di cancro alla prostata. Lo rivela uno studio che sarà presentato in occasione del congresso '2019 NCRI Cancer Conference' a Glasgow. Lo studio è stato condotto da Ruth Travis e Ellie Watts, della University of Oxford ed ha coinvolto oltre 200 mila maschi, tutti sani all'inizio del lavoro: tra questi, nel giro di sei anni in media, 5.412 si sono ammalati di cancro della prostata. Gli esperti hanno misurato le concentrazioni plasmatiche di testosterone libero e IGF-I circolanti nel sangue dell'intero campione. Il rischio di tumore è risultato del 25% maggiore per coloro che avevano alti livelli di IGF-I nel sangue all'inizio dello studio e del 18% maggiore per coloro che avevano alti livelli di testosterone nel sangue.
Poiché gli alti livelli dei due ormoni nel sangue sono stati registrati anni prima della diagnosi del tumore, è ipotizzabile che siano proprio gli ormoni a contribuire allo sviluppo del cancro. Resta da capire, però, cosa determini l'innalzamento delle concentrazioni di questi due ormoni nel sangue: dieta e stili di vita potrebbero essere coinvolti in questo processo. "Il cancro della prostata è il secondo tumore più comune nei maschi e una delle principali cause di morte per tumore. Ma al momento manca qualsiasi tipo di suggerimento da dare agli uomini per ridurre il proprio rischio di ammalarsi", ha spiegato Travis. Se veramente i due ormoni sono coinvolti in modo diretto nello sviluppo del tumore, una volta che si riuscisse a scoprire come contenere le concentrazioni di testosterone e IGF-I nel sangue, ha concluso Travis, "si potrebbero dare consigli ai maschi su come modificare il proprio rischio di cancro alla prostata ad esempio modificando gli stili di vita".
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