E' la nuova tecnica sperimentale studiata all' European Synchrotron Radiation Facility di Grenoble da Pantaleo Romanelli, direttore scientifico del 'Cyberknife Center' del Centro diagnostico italiano (Cdi) di Milano
Utilizzare fasci microscopici di radiazioni per il trattamento non invasivo dell' epilessia e di altre patologie cerebrali. E' la nuova tecnica sperimentale studiata all' European Synchrotron Radiation Facility di Grenoble da Pantaleo Romanelli, direttore scientifico del 'Cyberknife Center' del Centro diagnostico italiano (Cdi) di Milano. "Questo nuovo approccio impiega questi fasci microscopici di radiazioni per tagliare le fibre nervose che all' interno del cervello trasmettono le scariche elettriche causa degli attacchi epilettici e bloccare così il propagarsi della crisi", sottolinea il Cdi.
Questa tecnica sarà uno degli argomenti che saranno trattati nel convegno internazionale dal titolo Frontiers of Radiosurgery che il Cdi di Milano ospiterà il 24 e il 25 ottobre.
Il Cdi, con oltre 10 mila pazienti trattati negli ultimi 15 anni, è uno dei centri con la maggiore casistica mondiale nell' utilizzo di questa strumentazione. Per Romanelli, presidente del convegno Frontiers of Radiosurgery, organizzato dalla Radiosurgery Society, "è importante sottolineare che questa nuova tecnica è ancora sperimentale ed è possibile grazie alle avanzate strumentazioni del sincrotrone europeo. E' un' importante frontiera che ha il vantaggio, oltre a non essere invasiva, di rappresentare potenzialmente un' alternativa al trattamento farmacologico per i pazienti su cui i farmaci non hanno effetto e che corrispondono a una percentuale di circa 30% del totale". "La crisi epilettica è generata da scariche elettriche che si propagano orizzontalmente dalla sua zona di origine della corteccia cerebrale alle zone circostanti - ricorda il Centro diagnostico italiano - L' innovativa tecnica utilizza, come se si trattasse di un vero e proprio bisturi, fasci di radiazioni spessi anche solo 25 micron per creare incisioni verticali che interrompono questa propagazione e bloccano la crisi sul nascere".
Il tipo di radiazioni utilizzato per questo trattamento, infatti, è molto avanzato ed è prodotto da uno strumento chiamato sincrotrone, un particolare tipo di acceleratore di particelle. "I fasci di particelle sono generati nelle camere a vuoto anulari dei sincrotroni e di altri tipi di acceleratori di particelle che consentono ai fasci di elettroni di arrivare a velocità prossime a quelle della luce e di produrre radiazioni con una lunghezza d' onda compresa tra l' infrarosso e i raggi X", conclude il Cdi. Gli studi sperimentali effettuati presso il sincrotrone europeo di Grenoble sono stati pubblicati su 'Nature Scientific Reports'.
fonte: Nature Scientific Reports
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