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Aiom, l'Italia è ai vertici in Europa per l'oncologia di precisione

Oncologia Redazione DottNet | 17/06/2019 13:58

Sono più di 100 i centri accreditati per eseguire i test molecolari

 Sono più di 100 i centri certificati nel nostro Paese accreditati per l'esecuzione dei test molecolari, esami che permettono di individuare in anticipo la cura adatta a ogni paziente colpito da tumore. L'Italia è al vertice a livello europeo nell'oncologia di precisione, proprio grazie alla rete nazionale per i test bio-molecolari istituita da Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e Siapex-Iap (Società Italiana di Anatomia Patologica e Citologia Diagnostica).  Un network unico in Europa: dal risultato dei test dipende la scelta del trattamento più efficace, evitando inutili tossicità e consentendo risparmi per il Ssn.

A evidenziarlo sono gli oncologi, che sottolineano anche come i test molecolari oggi siano utilizzati nelle tre neoplasie più frequenti: mammella, colon-retto e polmone, oltre che nel melanoma e nel tumore dello stomaco. 

Alle nuove frontiere nella lotta al cancro Aiom dedica il convegno "2019 AIOM review: from Chicago to Verona", rivolto ad oltre 500 oncologi. "Aiom - spiega la presidente Stefania Gori - ha costruito, in collaborazione con altre società scientifiche, un programma di verifica della qualità dei laboratori che eseguono test di patologia molecolare in linea con gli standard europei. I risultati hanno mostrato che quelli italiani eseguono test molecolari con un ottimo livello di qualità".  Altro tema importante per Aoim è migliorare il dialogo medico-paziente. "Al Congresso Asco - afferma Rodolfo Passalacqua, direttore dell'Oncologia di Cremona - è stato presentato HuCare-2, progetto scientifico tutto italiano che, per la prima volta, ha dimostrato e quantificato i benefici dell'umanizzazione delle cure in oncologia, in grado di migliorare dal 10% al 25% la qualità di vita".     Infine, come sottolinea Pierfranco Conte, Coordinatore della Rete Oncologica Veneta, "è necessario aprire l'oncologia ai big data, grande mole di informazioni che provengono anche da pazienti del 'mondo reale', di solito non coinvolti in studi clinici".

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