Gli investitori sono interessati ai farmaci che proteggono dall'infarto
"I farmaci biologici sono già una realtà, ma quelli per le malattie degenerative sono già in diverse sperimentazioni, vediamo chi arriva prima. Farmaci biologici sono anche farmaci per le diverse terapie ereditarie: ci sono già 7/8 malattie in cui bambini destinati a morire, vanno a scuola e fanno una vita normale grazie alla terapia genica. Il progresso è insomma rapidissimo. Per quanto riguarda invece l'Alzheimer siamo messi malissimo perché non riusciamo ancora a capirne" le cause.
Al contrario, "ho trovato moltissimo interesse degli investitori sullo sviluppo di farmaci che proteggono dall' infarto. Se poi questo riuscirà a trasformarsi in un farmaco permanente non so, però ci conto e farò di tutto perché almeno si arrivi alla sperimentazione chimica. La medicina dei farmaci tradizionali, basata sulle piccole molecole chimiche, non ce la fa più ad affrontare problemi come demenza, scompenso cardiaco, cecità, sordità; occorrono farmaci biologici. Quindi i nuovi farmaci saranno quelli derivati dalla biologia sotto forma di cellule, geni, proteine, tessuti costruiti biologicamente in laboratorio. Il futuro della medicina sarà quindi la biologia", ha concluso il genetista.
I ricercatori dell’IRCCS Istituto Auxologico Italiano e del “Centro Dino Ferrari” dell’Università degli Studi di Milano hanno collaborato a un lavoro che ha scoperto come due biomarcatori nel sangue considerati specifici per la Malattia di Alzheimer
Lo zonisamide è di norma impiegato nel trattamento delle crisi epilettiche ma recenti evidenze sembrano dimostrare l’efficacia nel ridurre i giorni di mal di testa nella popolazione pediatrica
Il risultato è pubblicato sulla rivista Alzheimer’s & Dementia dal gruppo di ricerca del Massachusetts General Hospital di Boston guidato da Julian Daniel Sunday Willett
Sono state definite nove traiettorie del sonno in base alla variazione del sonno nell'arco di 5 anni tra l'arruolamento del partecipante e il periodo di monitoraggio che è durato in media 12 anni
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Perdita di autonomia, stigma sociale e peso economico i principali timori
Il lavoro, che accoglie le prime evidenze dello studio Nemesis è stato pubblicato su Nature Communications e illustra la generazione e i meccanismi neuronali delle alterazioni, suggerendo nuove vie di riabilitazione
All’A.O.U. Luigi Vanvitelli una nuova tecnologia cambierà la vita di migliaia di pazienti
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