Risulta efficace nel ridurre il problema: siamo indietro rispetto all'EU
L'obesità dilaga, provocando ogni anno in Italia la morte di 57mila persone, una ogni 10 minuti. Ma, a fronte dei 6 milioni di italiani obesi, coloro che decidono di sottoporsi a un'operazione chirurgica per togliere i chili di troppo sono ancora pochi, circa 15mila ogni anno. Un numero molto più basso rispetto al resto d'Europa e sostanzialmente concentrato al Nord del Paese, secondo gli esperti riuniti a Roma, per la quarta edizione del "Live Surgery Workshop in Chirurgia Bariatrica e Laparoscopica" presso il Policlinico Tor Vergata. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, l'obesità è uno dei maggiori problemi sanitari di tipo cronico.
A livello globale sono in sovrappeso circa 2 miliardi di persone e 600 milioni sono gli obesi. Il problema inizia sin da piccoli, tanto che sono circa 5 milioni i bimbi sotto i 5 anni che hanno problemi di peso. Le conseguenze incidono sia in termini di salute che di spesa sanitaria per le cure.
Tuttavia, il ricorso al 'bisturi' resta ancora limitato a circa 15mila pazienti ogni anno, lo stesso numero di interventi annui che si fanno nella assai meno popolosa Olanda. E molto lontani dalle 60 mila operazioni all'anno raggiunte dalla Francia o dalle 300 mila degli Stati Uniti. Nel nostro Paese, inoltre, conclude Paolo Gentileschi, responsabile dell'Unità Operativa di Chirurgia Bariatrica di Tor Vergata. si registra una "impressionante divisione geografica, che vede una schiacciante supremazia degli interventi nelle Regioni del Nord, un incremento considerevole al Centro e uno scarso ricorso nel Meridione".
Fra le priorità: il riconoscimento dell’obesità come malattia cronica, l’inserimento nei LEA, la piena attuazione dell’obesità nel Piano Nazionale della Cronicità e il potenziamento della prevenzione
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