L'allarme arriva dal Sunifar: tra le cause il calo della spesa convenzionata
Punto di riferimento per circa 10 milioni di cittadini che vivono in piccoli paesi di montagna o nelle isole, le farmacie rurali sono 6.800 'presidi di salute', sparse in luoghi difficilmente raggiungibili, dove spesso mancano perfino ambulatori e uffici postali. Ma molte di loro lottano per sopravvivere, tra fatturati che diminuiscono e difficoltà di gestione. "Se continua così, almeno un migliaio sono a rischio chiusura", spiega Silvia Pagliacci, presidente del Sunifar, il Sindacato dei Farmacisti Rurali di Federfarma.
Equamente distribuite a Nord, Centro e Sud Italia, le 'farmacie rurali' sono quelle che si trovano in centri con meno di 5.000 abitanti e rappresentano meno di un terzo delle 19.
Ma a pesare è anche il progressivo calo della spesa farmaceutica convenzionata. "Tra i motivi di difficoltà - precisa Pagliacci - vi è la scelta delle regioni di diminuire la Distribuzione di Farmaci per Conto, a favore della Distribuzione Diretta: questo significa che il paziente che prima ritirava i medicinali dispensati dal Servizio Sanitario Nazionale nella farmacia sotto casa ora deve andare a ritirarli in ospedale o centri di erogazioni delle Asl, tra l'altro a proprie spese, e con problemi di spostamento". Lo spiega bene Luciano, titolare dell'unica farmacia di un comune dell'appennino bolognese, spezzettato in diverse frazioni: "si obbligano anziani o familiari a fare anche 40 km di strade di montagna per consegnare loro la terapia. Mentre noi siamo aperti 360 giorni l'anno, e cerchiamo di rispondere alle crescenti richieste dei servizi di specialistica e prevenzione, ma spesso fatichiamo ad arrivare a fine mese".
A questo si aggiungono problemi logistici, come racconta Francesca, figlia della titolare dell'unica farmacia di Ustica, isola a un'ora e mezza dalla terraferma, con 1300 abitanti che continuano a diminuire per mancanza di lavoro. "La mia famiglia - spiega - gestisce questa farmacia dal 1985. La discontinuità dei collegamenti marittimi, la difficoltà nel garantire scorte, i costi aggiuntivi per il trasporto di farmaci: sono tutti elementi che pesano su un guadagno che, nei mesi non turistici, coprono a malapena le spese". Le 4.700 farmacie rurali che si trovano in centri con meno di 3.000 abitanti ricevono un sussidio. Ma, conclude Pagliacci, "è poco più che simbolico perché non è mai stato rivalutato dal 1969, e oggi ha perso di 20 volte il valore iniziale".
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