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Il lupus potrebbe essere legato a squilibri nei batteri dell'intestino

Neurologia Redazione DottNet | 21/02/2019 14:03

La ricerca ha rilevato che 61 donne con diagnosi di lupus eritematoso sistemico avevano circa 5 volte più batteri intestinali noti come Ruminococcus gnavus

Sono cinque milioni, secondo le stime diffuse sul proprio sito dalla Lupus Foundation of America, le persone al mondo colpite da una forma di lupus. Il 90% donne. In Italia più di 60mila. Il lupus eritematoso sistemico è cronico e di tipo autoimmune. Causa disturbi in varie parti del corpo, specialmente la pelle, le articolazioni, i reni, il sangue e ogni tipo di tessuto connettivo. Ora uno studio lega la malattia a un'anomala combinazione di batteri nell'intestino. La ricerca, della Nyu Langone Health e pubblicata su Annals of Rheumatic Diseases, ha rilevato che 61 donne con diagnosi di lupus eritematoso sistemico avevano circa 5 volte più batteri intestinali noti come Ruminococcus gnavus, rispetto a 17 sane scelte come gruppo di controllo.

Inoltre, le "riacutizzazioni", che possono variare da casi di eruzione cutanea e dolore articolare a disfunzione renale severa che richiede dialisi, risultano strettamente legate ad aumenti maggiori nella crescita batterica di questo virus, oltre alla presenza in campioni di sangue di anticorpi proprio contro quest'ultimo.

Le cause specifiche del lupus sono sconosciute, anche se si sospetta che i fattori genetici siano in parte responsabili."Il nostro studio suggerisce fortemente che in alcuni pazienti gli squilibri batterici possono causare il lupus e le riacutizzazioni associate alla malattia- rileva Gregg Silverman, uno degli autori - i risultati suggeriscono che l'ambiente intestinale interno può quindi svolgere un ruolo più critico della genetica". Se quanto emerso fosse convalidato da ulteriori ricerche, i trattamenti futuri potrebbero includere probiotici o regimi dietetici che impediscono la crescita di r.gnavus, oppure i trapianti di feci da soggetti sani. In alternativa, anche nuovi trattamenti per promuovere la crescita di Bacteroides uniformis, pensati per ostacolare la crescita del batterio nell'intestino e il cui numero risultava diminuito fino a quattro volte nelle partecipanti allo studio con lupus. 

fonte: Annals of Rheumatic Diseases

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