La fama è tutta cosmetica, eppure il suo pregio maggiore, la capacità di rilassare la muscolatura per una sorta di denervazione chimica ne ha fatto in questi vent’anni un medicinale interessante, provato in oltre trenta condizioni patologiche. È l’altra faccia, quella meno frivola, del Botox, il rimedio antirughe che raccoglie successi in tutto il mondo (sei milioni i trattamenti nel 2008) e che in partenza era solo la potente tossina prodotta da un germe, il Clostridium botulinum, capace di uccidere in tempi brevissimi una persona. La prima autorizzazione all’impiego della (fino allora) micidiale sostanza risale al 1989 quando la Oculinum Inc ottenne dall’ente sanitario federale americano, la Food and Drug Administration, l’autorizzazione ad utilizzarla per la strabismo. «Un impiego che ha ormai un valore storico — informa Matteo Piovella, segretario della Società oftalmologica italiana — . Al Botox si è poi progressivamente sostituito il bisturi».
Da questo primo utilizzo (nel corso del quale si scoprì che la tossina distendeva anche le rughe) si passò a quello per il torcicollo spasmodico, fino all’iperidrosi, l’eccessiva sudorazione, delle ascelle e delle mani, con pubblicazioni a suo favore su riviste come il New England Journal of Medicine.
A queste prime applicazioni, coronate da un certo successo, soprattutto nell’iperidrosi, se ne sono aggiunte via via altre cosiddette off label, ovvero fuori indicazione, non autorizzate. Elencate in un articolo dedicato all’argomento sulla rivista Disease-a-Month: alcune decisamente bizzarre, come lo spasmo anale e il vaginismo. Altre serissime, come la vescica iperattiva, il crampo dello scrivano, la disfonia laringea, la paralisi spastica infantile, come sottolinea Nicola Portinaro, a capo dell’unità di ortopedia pediatrica dell’Istituto Humanitas di Milano: «È una terapia complementare, ma serve».
Via libera da Aifa, riduce i sintomi intestinali senza l'uso di steroidi
Lo studio sperimentale di fase III è stata la più ampia sperimentazione sulla fibrosi polmonare idiopatica (IPF) ad oggi mai condotta, in corso presso circa 400 centri e in oltre 30 Paesi
Lo rivela la prima analisi globale sull'argomento pubblicata sulla rivista The Lancet e condotta dal Global Research on Antimicrobial Resistance (Gram) Project
La dose giornaliera del farmaco contro il diabete ha preservato la cognizione e ritardato il declino di alcuni tessuti
Via libera da Aifa, riduce i sintomi intestinali senza l'uso di steroidi
Lo studio sperimentale di fase III è stata la più ampia sperimentazione sulla fibrosi polmonare idiopatica (IPF) ad oggi mai condotta, in corso presso circa 400 centri e in oltre 30 Paesi
Lo rivela la prima analisi globale sull'argomento pubblicata sulla rivista The Lancet e condotta dal Global Research on Antimicrobial Resistance (Gram) Project
La dose giornaliera del farmaco contro il diabete ha preservato la cognizione e ritardato il declino di alcuni tessuti
Commenti