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Tumore all'ovaio, in Italia ostacoli al test gene Brca per 1 su 3

Oncologia Redazione DottNet | 21/11/2018 14:56

ll test andrebbe eseguito su tutte le donne con cancro ovarico

In Italia sono oltre 5mila ogni anno i nuovi casi di tumore all'ovaio, un tumore insidioso che nell'80% delle situazioni, in mancanza di sintomi specifici e di esami che consentano la diagnosi precoce, viene scoperto in fase avanzata. Per tale motivo la mortalità resta elevata, ma garantire alle pazienti l'accesso al test per individuare la mutazione del gene Brca - il cosiddetto 'gene Jolie' - può garantire terapie più efficaci oltre che permettere uno screening preventivo anche nel resto della famiglia: ad oggi, però, ottenere tale test è una strada in salita ancora per una paziente italiana su tre.

   A fare il punto su questa patologia - posta sotto i riflettori a seguito delle vicende dell'attrice Angelina Jolie che, dopo aver scoperto di essere portatrice della mutazione Brca, ha scelto di sottoporsi a chirurgia preventiva - sono stati medici ed esperti in occasione dell'incontro di formazione 'Il caso Gene Jolie: come comunicare con chiarezza e rigore le opportunità dei test genetici nella lotta contro il tumore'.

Il test, spiegano gli oncologi, andrebbe eseguito su tutte le donne con tumore all'ovaio, come prevedono anche le linee guida dell'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom): in questi casi è rimborsato dal Servizio sanitario nazionale, e lo è anche per le altre donne della famiglia della paziente. La mutazione del Brca è infatti ereditaria ed aumenta il rischio di ammalarsi di cancro alle ovaie: individuarla in una donna sana che ha però altri casi di tale tumore in famiglia, significa poter mettere in atto fondamentali strategie di prevenzione. Nonostante ciò, in molti casi accedere al test è un percorso ad ostacoli: diversi sono infatti i regimi di rimborso nelle varie regioni e non sempre sono disponibili laboratori di riferimento. Da qui l'appello degli oncologi ad una maggiore informazione ed impegno delle istituzioni, perchè "non è accettabile che le donne malate non riescano ad accedere ad un test fondamentale" contro un tumore altamente letale e del quale, però, la conoscenza è limitata: secondo una recente ricerca a livello mondiale, il 70% delle donne non conosce il tumore ovarico e solo il 54,7% delle pazienti è stata sottoposta al test genetico Brca.

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