Uno studio della Mayo Clinic pubblicato British Journal of Anesthesia ha dimostrato cambiamenti duraturi nella funzione cerebrale negli anziani dopo un’anestesia per un intervento chirurgico.
L’anestesia fa perdere la testa. In persone anziane, dai 70 anni in su. A molti è capitato di notare che al risveglio di un paziente anziano operato compaiono sintomi di confusione mentale. “Poi passa”, viene detto. E di solito è così. Ma uno studio della Mayo Clinic pubblicato il 20 luglio 2018 sul British Journal of Anesthesia ha dimostrato cambiamenti duraturi nella funzione cerebrale negli anziani dopo un’anestesia per un intervento chirurgico. Anzi, negli ultrasettantenni studiati, il collegamento riscontrato sarebbe sia con l’anestesia sia con l’intervento chirurgico stesso. Due eventi che, evidentemente, scombussolano i neuroni del paziente anziano.
I ricercatori della Mayo Clinic hanno esaminato i circa 2.000 partecipanti allo studio e hanno verificato che il deterioramento della funzione cerebrale è significativo in coloro che hanno già una scarsa funzione cognitiva e necessitano di un'operazione in anestesia generale. Nelle persone anziane con riserva cognitiva limitata, non ancora evidente, l'esposizione all'anestesia e alla chirurgia potrebbe rivelare problemi nascosti per memoria e pensiero. In generale, invece, il deterioramento cerebrale c’è ma è lieve.
"È necessario verificare con i parenti, dopo averli bene informati, sul possibile rischio per la funzione cognitiva. Con i pazienti considerati ad alto rischio, invece, dobbiamo considerare strategie alternative prima di procedere con la chirurgia ", afferma Juraj Sprung, anestesista della Mayo Clinic e autore dello studio che consiglia di effettuare valutazioni cognitive preoperatorie negli anziani, al fine di valutare eventuali rischi di un’esposizione alla chirurgia e all'anestesia. E suggerisce linee guida di pratica clinica all’American Geriatric Society.
Il legame tra compromissione cognitiva negli anziani e l'esposizione all'anestesia e alla chirurgia è stato controverso per molti anni. Gli studi sugli animali collegavano l'esposizione ad anestetici inalatori alla malattia di Alzheimer, ma la maggior parte degli studi sugli esseri umani finora non avevano sempre dimostrato un legame tra l'anestesia e la funzione cerebrale alterata.
I partecipanti allo studio sono stati sottoposti a valutazioni cognitive a intervalli di più o meno 15 mesi. Il gruppo comprendeva 1.819 soggetti che avevano tra i 70 e gli 89 anni al momento del loro arruolamento. I ricercatori hanno verificato se l'esposizione a un intervento chirurgico e all'anestesia nei 20 anni precedenti l'arruolamento aveva comportato deficit cognitivi e se l'esposizione all'anestesia dopo l'iscrizione nello studio aveva comportato qualche cambiamento cognitivo. O un’accelerazione, o un aggravamento, del normale deterioramento cognitivo prevedibile per l’età dei soggetti esaminati.
Gli autori sottolineano però che non è possibile determinare se la causa del deterioramento sia l'anestesia, l’intervento chirurgico o le condizioni di salute che hanno reso necessaria l'operazione.
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