Negli ultimi quattro anni c'è stato un aumento del 20% di professionisti rientrati nei loro paesi
Sono più di 65mila i professionisti della sanità d'origine straniera, di cui 3.500 farmacisti. La maggior parte lavora nelle strutture private italiane, anche perché i concorsi pubblici richiedono la cittadinanza italiana. È emerso a Roma al Congresso Amsi, Associazione Medici di Origine Straniera in Italia. Stando a quanto riportato da Amsi e Umem,Confederazione Internazionale Unione Medica Euro Mediterranea, il numero è in crescita rispetto agli ultimi anni, ma non di molto: gli arrivi, infatti (soprattutto da Siria, Egitto, Iraq, Africa), oggi sono bilanciati dalle partenze (per Europa dell' Est, Libano, Israele, Somalia).
"Negli ultimi 4 anni si registra un aumento del 20% di ritorni dei professionisti nei loro Paesi d'origine (specie Libano, Giordania, Romania, Albania, Paesi africani), per motivi economici o familiari", spiega il professor Foad Aodi, Fondatore di Amsi. "Oltre a ciò registriamo anche un aumento del 30% delle richieste di professionisti italiani che chiedono di poter svolgere stage o lavorare all'estero". In aumento le richieste di medici italiani e di origine straniera da parte di Paesi europei (Inghilterra, Scozia, Belgio, Olanda), Arabia Saudita, Qatar, Siria, Libia, Iraq, Sudan e Somalia, insieme ad Africa e Sudamerica (specie Congo, Nigeria, Senegal ed Ecuador). Inoltre si registra una diminuzione di oltre il 60% dei medici laureati dai Paesi dell'Europa dell'Est. "Ribadiamo - conclude Aodi - l'indispensabilità d'una vera legge europea sull'immigrazione. Vogliamo costruire ponti di dialogo, non muri di chiusura".
La decisione, assunta dal Consiglio di amministrazione nella seduta del 27 marzo 2025, rappresenta un aumento significativo rispetto ai 255.000 euro stanziati lo scorso anno
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