Esperto, "si rende meno sul lavoro e socialmente"
Ansia e depressione 'bloccano' in qualche modo le attività quotidiane del 10-15% degli italiani che finiscono per rendere meno socialmente, nel lavoro e dal punto di vista delle relazioni personali. A evidenziarlo, in occasione della presentazione della settimana del cervello, è Federico Zanon, psicologo e psicoterapeuta, vicepresidente dell'Ente di previdenza degli psicologi (Enpap).
"Si tratta di due stati che nella normalità funzionano bene. L'ansia ci serve perché ci preserva dai pericoli e ci prepara ad agire, la depressione per fermarci quando abbiamo dei comportamenti inappropriati - spiega Zanon -.
"Sono temi diffusissimi - osserva Zanon - di cui in nel Regno Unito se n'è occupata la London School of Economics ed è stato impostato un programma di trattamento gratuito a tappeto che ha raggiunto un milione di persone, trattate negli stadi precoci con la psicoterapia". "In Italia - conclude - siamo largamente indietro sul piano culturale perché ansia e depressione non vengono concepiti tanto come disturbi o forme di disagio da cui si può guarire, quanto come cose di cui vergognarsi, da tenere nascoste. C'è una cronica disorganizzazione dei servizi pubblici ed e' tutta spesa che fuoriesce delle tasche dei cittadini".
fonte: enpap
Per lo psicologo Armando Cozzuto il fenomeno mette a rischio anche il benessere psichico dei familiari mentre il geriatra Nicola Ferrara evidenzia il ruolo delle nuove tecnologie
Regolamento del ministero, il 20% delle preferenze a chi è meno rappresentato
Gli hikikomori sono 1 su 10: hanno scelto completo ritiro sociale
Lo studio è stato condotto da Bruno Bozozzero-Peroni della Universidad de Castilla-La Mancha, in Spagna
Medici e infermieri, su tutti, presentano un allarmante tasso di suicidio che corrisponde a 21 ogni 100mila abitanti, rispetto alla popolazione “normale”
"I bambini e le bambine che utilizzano strumenti tecnologici e interagiscono con gli schermi subiscono due danni: uno diretto, legato alla dipendenza e l'altro indiretto, perché l'interazione con gli schermi impedisce di vivere nella vita reale"
Rigon, "serve un tavolo nazionale per interventi di prevenzione"
Cambiato il loro modo di percepire il mondo e la società. Nuovi studi dimostrano modifiche anche a livello cerebrale
Commenti