Nella città scaligera i primi test per un progetto di valenza nazionale
Il semaforo sarà sempre verde a Verona per le ambulanze che viaggiano in "codice rosso" sulle strade all'interno del territorio comunale. Il capoluogo scaligero è la prima città d'Italia a dotarsi di un sistema di 'centralizzazione semaforica', chiamato "Vai 118", per permettere ai mezzi di soccorso di avere un''onda verde' al loro passaggio. La funzione prevede un dialogo costante tra le due centrali operative cittadine, quella comunale della Mobilità e quella del Suem 118 al policlinico di Borgo Roma.
Scopo primario, quello di far giungere il prima possibile gli operatori del soccorso sui luoghi, ma non meno importante sarà quello a sostegno della sicurezza stradale: molti incidenti gravi avvengono infatti durante il transito di un'ambulanza, per il mancato rispetto della sirena o per la scarsa visibilità.
La funzione ovviamente non si attiva per le ambulanze in codice verde, in servizio per missioni meno delicate. Si tratta quindi dei trasporti in cui il paziente non è in pericolo di vita e per i quali quali il protocollo non permette l'uso dei dispositivi di segnalazione visiva e sonora, cioè il lampeggiante rosso e la sirena. Il servizio veronese rientra nel Progetto comunale per la Sicurezza Stradale, realizzato in parte con finanziamento regionale e in parte con i fondi europei del progetto Compass4D. Le ambulanze attrezzate e l'elicottero sanitario permettono di assistere il paziente anche durante il trasporto, con dotazioni analoghe a quelle di un reparto di terapia intensiva, garantendo condizioni di sicurezza anche per pazienti in condizioni molto critiche.
Mentre il servizio è in corso, la centrale operativa del Suem, in collaborazione con le altre centrali, monitora la disponibilità dei posti letto di terapia intensiva del Veneto e delle regioni limitrofe. Il servizio copre un'area di oltre 3.000 km quadrati, con una popolazione di un milione di abitanti, servita da 8 ospedali pubblici e 2 strutture private convenzionate.
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Seguono fra gli ospedali il S. Camillo di Roma (7%), il Cervello di Palermo (5,3%) e l’ospedale di Cosenza (5%). Fra le strutture universitarie dopo Tor Vergata il S. Andrea di Roma (11%), l’Umberto I (5,5%) e l’ospedale senese (4,9%)
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