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Tumore ovarico, tre proteine concomitanti promuovono le metastasi

Oncologia Redazione DottNet | 11/02/2018 16:52

Si tratta dei recettori dell'endotelina

La presenza concomitante di tre proteine in donne con tumore ovarico è associata a un tumore più aggressivo. Le tre proteine sono i recettori dell'endotelina. A rivelarlo è uno studio interdisciplinare dell'Istituto Regina Elena di Roma, coordinato da Laura Rosanò in collaborazione con Anna Bagnato, del laboratorio di Modelli preclinici e nuovi agenti terapeutici. I risultati sono pubblicati su PNAS e la ricerca è stata condotta grazie al sostegno di AIRC.  

Le metastasi tumorali rappresentano una delle cause più frequenti di mortalità nelle donne con carcinoma ovarico.    Comprendere le ragioni della diffusione metastatica è una delle sfide più importanti che la ricerca sul cancro tenta di affrontare. Una cellula tumorale per diventare metastatica deve invadere il tessuto circostante, modificando innanzitutto il proprio citoscheletro, ossia quel complesso di filamenti proteici che ne costituiscono l'impalcatura e controllano forma e funzione.

La cellula invasiva si fa strada creando delle tracce nel tessuto circostante e lo fa grazie a delle protrusioni chiamate invadopodi. Questo studio dimostra che il recettore per l'endotelina, in associazione con la proteina -arrestina, guida la formazione di invadopodi maturi sia nel tempo sia nello spazio. Inoltre dal lavoro emerge che la proteina del citoscheletro hMENA è un elemento chiave di questi processi, dato che agisce legando il recettore dell'endotelina e la -arrestina, e crea così un'interazione sinergica mai studiata prima nei tumori. In particolare i ricercatori hanno dimostrato che l'espressione concomitante delle tre proteine nei tessuti tumorali delle pazienti con cancro dell'ovaio è associata a un decorso peggiore della malattia.

   "Identificare i potenziali nodi di vulnerabilità creati da interazioni tra le proteine coinvolte in questi processi - afferma Laura Rosanò - è fondamentale non solo per capire come le cellule tumorali diventano più aggressive, ma anche per utilizzarli come bersagli molecolari al fine di bloccare il processo metastatico"

fonte: ansa

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