Intervento riuscito su un paziente settantenne
E' stato eseguito presso la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma il primo impianto italiano con procedura mininvasiva della nuova valvola cardiaca biologica Avalus di Medtronic, che rappresenta l'ultima generazione delle valvole cardiache biologiche ottenute da tessuto bovino. L'intervento, afferma un comunicato della Fondazione, è stato condotto dal cardiochirurgo Massimo Massetti, su una paziente settantenne affetta da stenosi valvolare aortica. Se non adeguatamente trattata, spiegano gli esperti del Gemelli, la malattia è causa di morte nel 50% degli individui a distanza di 3 anni dall'inizio dei sintomi.
Provoca calcificazioni estese che costituiscono un ostacolo alla normale fuoriuscita del sangue dal cuore, portando il ventricolo sinistro ad aumentare la propria pressione di spinta. "La paziente necessitava della sostituzione urgente della valvola aortica - spiega Massetti, ordinario di Cardiochirurgia all'Università Cattolica del Sacro Cuore -. Dopo una stratificazione del rischio (processo che valuta gli oggettivi rischi di un intervento a cuore aperto rispetto a quelli della malattia) abbiamo avviato il programma di chirurgia valvolare mininvasiva con la valvola Avalus. La paziente è stata operata nella sala ibrida del Gemelli a dicembre con una degenza complessiva di quattro giorni dopo l'intervento e una riabilitazione di circa due settimane. L'intervento è perfettamente riuscito; l'impianto non è stato seguito da complicanze e la protesi ha dimostrato i vantaggi previsti con un miglioramento della funzione cardiaca e delle condizioni generali della paziente".
Il successo della procedura non dipende dal tipo di energia utilizzata per l'ablazione come dimostrano i recenti studi. "Pensiamo, quindi, che più di energia sia una questione di strategia"
Con uso tempestivo +50-70% di sopravvivenza ad arresto cardiaco
Allo stroke sopravvivono 45mila pazienti, che si trovano però a fare i conti con deficit motori (il 40% di loro) e cognitivi (più del 50%)
È un dispositivo temporaneo, utile soprattutto nei bambini
Società scientifiche ed esperti concordano sulla necessità di agire sull’organizzazione e il monitoraggio – anche attraverso i LEA - e sulla comunicazione per un paziente più consapevole
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