Il fatto nel Casertano. L'erogazione si è protratta per dieci anni ricevendo quasi 270 mila euro: sequestrati soldi
Guidava tranquillamente l'auto, pur se ufficialmente era affetta da una patologia assolutamente incompatibile con la guida di una vettura, come la schizofrenia. Fin quando un esposto anonimo, inviato lo scorso anno probabilmente da qualche cittadino onesto, ha dato il via all'indagine che l'ha travolta. Per 20 anni, Annunziata Rinaldi, di Teverola, oggi 59enne, ha goduto di indennità pubbliche per una malattia mai avuta, percependo in totale 268mila euro, grazie a medici compiacenti che hanno continuato a coprirla anche dopo che l'indagine penale era pienamente avviata.
Emerge dall'ordinanza firmata dal Gip di Napoli Nord Fabrizio Finamore, che ha disposto per la donna la misura cautelare dell'obbligo di dimora, e la misura ben più grave dei domiciliari per il medico psichiatra del Dipartimento di Salute Mentale dell'Asl, Vincenzo Noviello di 64 anni, che ha firmato parte dei certificati falsi; il dirigente pubblico è stato sospeso dal servizio nel 2015 dopo una serie di condanne per vari reati.
Per 20 anni dunque, la donna, forte delle sentenza del giudice, ha percepito indennità e pensioni senza alcun controllo da parte dell'Inps. E' stata proprio la scoperta da parte dei carabinieri, presso la Motorizzazione Civile, che la donna possedeva una patente valida, a far svoltare le indagini. Gli inquirenti hanno subito convocato il medico che ha dato il nulla osta per il rilascio del documento, risultato all'oscuro della falsa malattia, che ha confermato come una malattia del genere fosse incompatibile con la guida. A quel punto i militari hanno chiesto all'Inps di procedere ad una verifica straordinaria del quadro di salute dell'Annunziata.
L'esito della verifica, scrive il Gip, arrivato il 18 settembre di quest'anno, è "sconcertante", in quanto i tre medici, liberi professionisti, incaricati dall'Asl di effettuare gli accertamenti, hanno confermato che la donna era affetta da schizofrenia, basandosi - specifica il Gip - sui documenti presentati dalla 59enne, ovvero le dichiarazioni del marito, peraltro neppure identificato, i certificati di Noviello, risultati falsi, e recanti timbri dell'Asl e dell'ospedale Moscati di Aversa. I tre professionisti sono stati indagati.
fonte: ansa
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