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Ex specializzandi, chiarimenti sulla prescrizione

Professione Redazione DottNet | 08/11/2017 10:55

Nuovo spiraglio per quanti si sono iscritti dopo il 1991 e non hanno presentato ricorso entro il 2 novembre. La prescrizione è invece scattata per gli ex specializzandi ’78-’91 che non hanno prodotto un atto interruttivo o intrapreso l’azione legale

Nuovo spiraglio per quanti si sono iscritti dopo il 1991 e non hanno presentato ricorso entro il 2 novembre. La prescrizione è invece scattata per gli ex specializzandi ’78-’91 che non hanno prodotto un atto interruttivo o intrapreso l’azione legale

Medici ex specializzandi ’93-2006: la partita dei rimborsi è ancora aperta, la prescrizione non scatta. In queste settimane la vicenda dei camici bianchi che non hanno ricevuto la corretta remunerazione durante la scuola di specializzazione in Medicina, in aperta violazione delle direttive Ue in materia (75/362/CEE, 75/363/CEE e 82/76/CEE), è più che mai sotto i riflettori, per l’acceso dibattito sugli orientamenti giurisprudenziali in tema di termini prescrittivi.

Se per gli ex specializzandi ’78-’91 che non hanno prodotto un atto interruttivo o intrapreso l’azione legale il discorso si è chiuso lo scorso 21 ottobre (perché esattamente 10 anni prima scadeva il termine entro cui l’Italia doveva adeguarsi alle direttive Ue in materia), i giochi sono ancora aperti per i camici bianchi che si sono specializzati tra il ’93 e il 2006.

Questi ultimi possono, infatti, agire per rivendicare la maggiore remunerazione che attualmente spetta ai medici specializzandi, oltre a tutti i benefici previdenziali e di carriera. Consulcesi, che segue molti medici,in queste vertenze, aveva sollecitato i medici iscritti dopo il 1991 a tutelarsi entro il 2 novembre 2017 tenendo come riferimento il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri (DCPM) di 10 anni prima attraverso cui era stato delineato il fabbisogno finanziario relativo ai contratti di formazione specialistica dei medici.

«Vi è un principio, che la Cassazione stessa ha più volte ribadito - spiega l’avvocato Marco Tortorella -, e cioè che finché non viene attuata una direttiva non può iniziare a decorrere il termine di prescrizione. Nei confronti dei medici che hanno svolto i corsi di specializzazione prima del 2006 e che hanno percepito solamente la borsa di studio prevista dal d.lgs 257/91 si può sostenere, così come hanno sancito alcune pronunce della Corte d’Appello di Roma, di Torino e di diversi Tribunali, che la direttiva nei confronti di questi medici non sia stata correttamente recepita e quindi, di fatto, la prescrizione non è mai iniziata a decorrere».

Cosa accade invece per gli specializzandi ’78-’91 che hanno già adito le vie legali, ma che non si sono visti ancora riconoscere quanto dovuto dai Tribunali, o che addirittura hanno subìto uno stop in primo grado? È importante perseverare perché la giurisprudenza è ormai consolidata in favore dei ricorrenti: solo nelle ultime settimane si sono susseguite tre sentenze che hanno disposto risarcimenti milionari per i camici bianchi. L’ultima in ordine di tempo è la sentenza n.6009 del 28 settembre della Corte d’Appello di Roma che è arrivata immediatamente dopo un’altra pronuncia della Corte d’Appello di Messina (n.907 del 21 settembre) e della Corte di Appello di Roma (4898/17 del 19 luglio). In totale oltre 20 milioni di euro pagati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri in favore dei medici specialisti con lo Stato esposto complessivamente al rischio di un esborso superiore ai 5 miliardi di euro. Per questo, parallelamente al Ddl 2400 che propone un accordo transattivo, si profila un emendamento alla Legge di Stabilità per chiudere una vertenza che continua a rappresentare una delle principali voci di spesa di Palazzo Chigi.

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