Il caso del bambino morto ad Ancona: Battistini, lo convoco, poi decidiamo sul procedimento disciplinare
''Muore un bambino curato con l'omeopatia, davanti ad un evento così tragico non possiamo non esprimere, prima di tutto, il nostro cordoglio verso i familiari del piccolo''. E' quanto la SIOMI (Società Italiana Omeopatia e Medicina Integrata) e la SMB (Società Medica Bioterapica) esprimono in una nota dopo il caso del bimbo di Ancona nella quale ribadiscono che ''la Medicina è una ed una soltanto. Essa si avvale in primis, di un'accurata visita clinica, quindi di mezzi diagnostici dai quali scaturiscono le terapie opportune.
In accordo con il Codice di deontologia medica, nessun medico deve far mancare al suo paziente la terapia migliore per ciascun caso clinico''. 'La Medicina Integrata professa - spiegano - la ricerca della terapia migliore per ciascun paziente, senza pregiudizi e nemmeno preconcetti; sia essa farmacologica sia omeopatica o entrambe, nei casi in cui l'una o l'altra non siano da sole sufficienti ad avere ragione della malattia.
Nel caso specifico, oltre a ribadire che il bambino dovrebbe essere sempre curato da un pediatra e, nel caso dell'omeopatia, da un pediatra esperto anche in omeopatia, ribadiamo che nessun medico può permettersi di ergere l'omeopatia a cura esclusiva di una situazione di salute, per giunta acuta quale quella del piccolo. Non si può tuttavia scambiare un caso di, possibile, malpractice della medicina con 'la medicina'. Altrimenti per ogni evento avverso che ogni giorno si registra in chirurgia o in medicina in un ospedale o nel territorio si dovrebbe applicare la stessa regola. Lo scopo della Medicina Integrata è la salute e la guarigione del paziente''.
''Convocherò il dottor Massimiliano Mecozzi nella sede dell'Ordine, come prevede la procedura, poi deciderò se aprire un provvedimento a suo carico, che porterò in Commissione disciplinare. La Commissione opera secondo un ventaglio di possibilità, che vanno dall'avvertimento alla censura, dalla sospensione alla radiazione dall'Ordine dei medici''. Il dottor Paolo Maria Battistini, oculista di Fano, è il presidente dell'Ordine dei medici della provincia di Pesaro. Conosce bene Mecozzi, essendo stato segretario dell'organismo per 25 anni. ''So che all'Ordine - dice all'ANSA - non è mai arrivata alcuna segnalazione da parte di pazienti o familiari scontenti del suo operato, né alcuna denuncia''. Ora però il dottor Mecozzi è indagato per omicidio colposo, per aver curato il piccolo Francesco, 7 anni appena, esclusivamente con farmaci omeopatici, portandolo - secondo l'ipotesi accusatoria - alla soglia di un coma da cui non si è più risvegliato.
''Non mi risulta - spiega Battistini - che il collega abbia mai trasgredito il codice deontologico, ma sarà la magistratura, alla quale assicuriamo piena collaborazione, a far luce su questa tragica vicenda''. Libero professionista, con una nutrita clientela in tutto il Pesarese, Mecozzi ''non ha mai voluto iscriversi nell'elenco dei medici che praticano la medicina non convenzionale, come l'omeopatia. Non so - spiega il presidente dell'Ordine - se per scelta personale o perché non aveva la specializzazione specifica''. Molto religioso, già membro del gruppo misticheggiante il Roveto Ardente, un movimento finito al centro di un'inchiesta che non aveva tuttavia sfiorato l'omeopata, 4 anni fa Mecozzi ''aveva cancellato la sua iscrizione all'Ordine dei medici''. Era andato a lavorare come magazziniere, nonostante i tentativi di Battistini di dissuaderlo dal lasciare la professione. ''Cercai di convincerlo - ricorda l'oculista -, ma lui addusse motivi personali, e se ne ne andò''.
Un anno fa la richiesta di reiscrizione, ''ovviamente accolta''. Poi la bufera di questi giorni, che rischia di travolgere anche l'intera branca dell'omeopatia, ''una disciplina riconosciuta, che non può essere criminalizzata. Anche se io - chiarisce l'oculista - preferisco la medicina tradizionale''. L'istruttoria dell'Ordine a carico di Mecozzi ''non sarà una vera indagine, che non ci compete. Finora peraltro non abbiamo ricevuto richieste di acquisizione di atti dalla procura di Urbino, anche se immagino che arriveranno, né esposti da parte dei familiari del bambino''.
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L’art. 85, comma 2, del citato D.Lgs. 219/2006 precisa che l’etichettatura e il foglio illustrativo dei medicinali omeopatici recano obbligatoriamente la frase “senza indicazioni terapeutiche approvate"
Secondo la Suprema Corte non è minimamente dubitabile la riconducibilità del farmaco omeopatico al concetto di medicinale, stante l’ampia definizione allo scopo fornita dal D.Lgs. n. 219 del 2006
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