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I fitochimici contro la proliferazione delle cellule tumorali

Oncologia Medical Information Dottnet | 06/04/2017 11:14

Lo stress nucleolare indotto da fitochimici riduce la proliferazione delle cellule di tumore mammario.

Il nucleolo rappresenta la regione specifica del nucleo in cui avviene la sintesi dell’RNA ribosomiale. Recentemente sono state scoperte diverse funzioni del nucleolo che non sono legate all’attività ribosomiale ma, piuttosto, alla regolazione della progressione del ciclo cellulare e del signaling indotto dallo stress. Gli stimoli stressogeni sono in grado di bloccare anche i processi di trascrizione e traduzione, oltre a modulare la localizzazione subcellulare e le attività di alcune proteine coinvolte nell’arresto del ciclo cellulare e nell’apoptosi. In riferimento a queste ultime caratteristiche, la compromissione dell’attività nucleolare potrebbe essere considerata una strategia antitumorale.

Nello studio di Anna Lewinska et al. sono stati valutati gli effetti di tre composti derivati dalle piante, sulforafano (SFN), acido ursolico (AU) e acido betulinico (BA), in diverse linee cellulari di tumore mammario (MCF-7, MDA-MB-231 e SK-BR-3). Già in passato si ipotizzava che i questi composti potessero regolare processi cellulari come l’apoptosi, l’autofagia, la necrosi, la catastrofe mitotica e la senescenza cellulare. Ad ogni modo l’abilità di tali agenti di indurre lo stress nucleolare, con conseguente blocco della proliferazione delle cellule tumorali, non è mai stata valutata.

Lo studio qui descritto ha portato alla luce un’azione citostatica dei composti fitochimici nel carcinoma mammario, quando utilizzati ad una concentrazione dell’ordine dei micromolari (5-20 μM) che non interferisce con la proliferazione delle normali cellule epiteliali mammarie.

Il meccanismo molecolare proposto vede alla base dell’effetto anti-tumorale dei fitochimici, un incremento dei livelli di superossido e carbonilazione proteica che porta, a sua volta, ad un’alterazione dell’architettura nucleare. Lo stress nucleolare derivante si caratterizza per l’inibizione della sintesi di rRNA e la riduzione del numero dei nucleoli. A ciò si aggiungono gli effetti sulle molecole coinvolte nel processo traduzionale che risulta, così, bloccato, così come  la proliferazione cellulare. Tutto ciò si traduce in una riduzione della proliferazione delle cellule tumorali.

Il messaggio chiave di questo studio è quello di valutare la possibilità di utilizzare tre nuovi stimoli stressogeni ribotossici per sviluppare una terapia antitumorale focalizzata sul nucleolo.

Fonte:

Anna Lewinska et al. Phytochemical-induced nucleolar stress results in the inhibition of breast cancer cell proliferation. Redox Biology; 2017; Volume 12, Pages 469–482.

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