L’ultima scoperta si chiama crizotinib
In Campania un farmaco all’avanguardia per la cura del tumore del polmone. «E’ davvero un gran passo in avanti nella cura di alcuni tipi di neoplasie polmonari», spiega Danilo Rocco, dell’unità operativa complessa di pneumologia oncologica all’Ospedali del Colli e responsabile nazionale dell’Associazione italia pneumologi ospedalieri (AIPO). «L’utilizzo di questo farmaco – dice - consente a una fetta di ammalati con cancro non a cellule squamose di allungare la fase in cui la patologia non avanza, circa dieci mesi e mezzo, rispetto ai sette mesi con la chemioterapia. Ma è evidente anche il passo in avanti nella qualità di vita dei pazienti, più tollerabilità, decisamente meno effetti collaterali».
L’ultimo step della cura si chiama crizotinib, anche in Campania adottato in prima linea, primo inibitore orale mirato al recettore della tirosin chinasi che ha come bersaglio la proteina derivata dal riarrangiamento del gene ALK (Anaplastic Lymphome Kinase, per pazienti adulti con carcinoma polmonare non a piccole cellule ALK positivo in stadio avanzato), già disponibile in Italia per il trattamento di seconda linea. E da febbraio anche in prima linea, con l’AIFA che ha ne ha autorizzato a febbraio la rimborsabilità.
In Campania, dove su alcuni territori tristemente noti si registra un’incidenza di tumori più alta che altrove, aumenta l’importanza di un identikit genetico per innalzare la qualità della cosiddetta “medicina di precisione”, con terapie più efficaci e tollerate. In questo contesto si inserisce questa una nuova opzione di trattamento di prima linea per i pazienti Alk positivi (che rappresentano il 3-5% dei pazienti con cancro del polmone). Ecco perché in Italia e in particolar modo in Campania c’è un focus itinerante sul tumore al polmone, il “big killer” (quasi 1,4 milioni di casi diagnosticati l’anno al mondo, 41 mila nel 2015 nel nostro Paese).
L’uso del crizotinib, il ruolo della medicina personalizzata, terapie target e test genetici per il miglioramento dei protocolli di cura sono stati al centro di un recente incontro “cROSs tALK – Percorsi e prospettive nella gestione del NSCLC ALK+ e ROS1” a a Roma, presenti i principali esperti nazionali di oncologia polmonare per discutere delle più recenti innovazioni in questo campo. Tra cui, l’importanza dei test molecolari per la migliore gestione dei tumori del polmone, esami non garantiti in modo uniforme a tutti i pazienti sul territorio nazionale e per cause molteplici, dai problemi organizzativi alle difficoltà tecniche di esecuzione dei test, fino alla mancanza di percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali (PDTA) strutturati.
Lo studio MARIPOSA è il primo a mostrare un miglioramento della sopravvivenza globale statisticamente significativo e clinicamente rilevante rispetto a osimertinib in pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule
L’approvazione si basa sui risultati dello studio di fase 3 MARIPOSA: amivantamab più lazertinib è il primo regime a dimostrare un beneficio superiore in termini di sopravvivenza rispetto all'attuale standard di cura, osimertinib
Il test utilizza una nuova tecnologia: si tratta di un sensore iniettabile nel paziente, in grado di identificare la presenza nelle urine di proteine che promuovono lo sviluppo delle cellule del cancro
I nuovi dati dello studio MARIPOSA, presentati alla World Conference on Lung Cancer 2024, hanno confermato una superiorità clinica a lungo termine della terapia amivantamab più lazertinib rispetto alla monoterapia con osimertinib
Sono un antiepilettico e un farmaco per il colesterolo che insieme sono in grado di modificare la biologia del tumore e potenziare l'effetto della chemioterapia
Dal melanoma al seno. Da studiare il fenomeno della resistenza in certi pazienti
Ricercatori di IEO e dell’Università degli Studi di Milano scoprono come farmaci già in uso possono essere potenzialmente efficaci contro tumori con una diffusa anomalia genetica
I nuovi dati dello studio MARIPOSA, presentati alla World Conference on Lung Cancer 2024, hanno confermato una superiorità clinica a lungo termine della terapia amivantamab più lazertinib rispetto alla monoterapia con osimertinib
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