Risultati lusinghieri per l'Anaao. Ma Cimo ribatte: i primi siamo noi
Arrivano dall'Aran, anche se in parte ancora provvisori, i dati relativi – fermi al gennaio 2015 - alle deleghe sindacali sulle rappresentanze nella sanità pubblica.
Area Dirigenza medica
Gli iscritti ai sindacati della dirigenza medica nel 2013 erano 72.689 e ora sono 79.324, con una crescita dell’8%. L’Anaao-Assomed resta il primo sindacato per la sanità con un incremento degli iscritti, rispetto alla precedente rilevazione di 3 anni fa, di oltre 1.000 unità (17.522 nel 2012 18.542 deleghe nel 2015). A seguire Cimo con 8.748 iscritti (nel 2013 erano 8.567) e Fassid a 8.553 (in crescita dai 7.292 del 2013). Fp Cgil al quinto posto con 7.383 deleghe e una rappresentanza del 9,31%.
Comparto sanità Fp Cgil in testa, in crescita il Nursind
Per il comparto sanità la Fp Cgil è in testa con 67.461 deleghe, seguita da Fp Cisl a 66.070. Le deleghe risultano in totale 275.913, con un calo rispetto all'ultima rilevazione 2013-2015 quando erano 278.810. Da segnalare il balzo in avanti al quinto posto del Nursind che raccoglie 19.864 deleghe a fronte delle 14.809 del biennio precedente.
Anaao guida la classifica
In termini assoluti l'Anaao doppia i sindacati che seguono nella classifica, nonostante una riduzione del numero dei medici e dirigenti sanitari dipendenti e dei sindacalizzati (calati di circa 5.500 unità). Dalle 14.728 deleghe del 2013-2015 è passato a 18.542, con una percentuale di rappresentatività che va dal 20,26% al 23,38%. «Si tratta per il nostro sindacato - commenta il segretario nazionale Costantino Troise (nella foto) - del nuovo massimo storico in termini di numero di iscritti dal 2000, quando è stato istituito il sistema di rilevazione. Un risultato particolarmente significativo se si considera il calo dell'occupazione nella dirigenza medica e sanitaria, particolarmente marcato per il rigido blocco del turnover di questi anni». L'incremento della percentuale di rappresentatività di Anaao «ne rinforza il ruolo di principale organizzazione sindacale della dirigenza del Ssn - sottolinea -ruolo storicamente da sempre rivestito». «Le difficoltà del Ssn e, al suo interno, del ruolo e della identità professionale dei medici e dei dirigenti sanitari, esigono un sindacato più forte, capace anche di interpretare nuove offerte di rappresentanza, per evitare che il costo della crisi, e i tentativi di uscirne, vengano tutti scaricati sui cittadini e sul lavoro professionale», conclude.
Ma Cassi (Cimo) non ci sta
«Ringraziamo tutti coloro che in questi anni ci hanno confermato la loro fiducia approvando la nostra scelta di continuare a rappresentare soltanto i medici, anche in un'area allargata ad altre professioni sanitarie, ritenendo che la categoria necessiti di una rappresentanza specifica, la sola in grado di tutelare la peculiarità di una professione che negli ultimi anni è stata una delle più penalizzate in Italia», afferma Riccardo Cassi, presidente Cimo. «Noi come sindacato ci siamo sempre impegnati a sostenere i colleghi perché conosciamo bene le criticità del nostro lavoro».
fonte: aran, sole24ore
Cgil, Cisl e Uil: "Sono 200mila, è un comparto strategico"
"I medici, i dirigenti sanitari, gli infermieri le professioni sanitarie ex legge 43/2006, vogliono risposte, vogliono tornare ad essere il fulcro delle cure, vogliono continuare a curare, ma in sicurezza”
Testa: “Serve uno straordinario investimento nel territorio prima che della medicina di famiglia rimangano solo le ceneri.”
Leonida Iannantuoni Presidente di ASSIMEFAC; al paziente va dedicato più tempo
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