L’embolizzazione delle arterie prostatiche è risultata efficace, sicura e ben tollerata in pazienti giovani ed anziani.
Lo studio clinico è stato effettuato per confrontare la sicurezza e l'efficacia dell’embolizzazione delle arterie prostatiche (EAP) nel trattamento della iperplasia prostatica benigna (IPB) in pazienti di età ≥ 75 anni (definiti anziani) e in quelli di età <75 anni.
Un totale di 157 pazienti con diagnosi di sintomi del tratto urinario inferiore (LUTS) dovuta a IPB è stato sottoposto a EAP. Il gruppo A (n= 52 pazienti) ha incluso uomini di età ≥ 75 anni mentre il gruppo B (n= 105) ha compreso pazienti <75 anni.
Sono state identificate altre patologie sistemiche coesistenti nel gruppo A rispetto al gruppo B (p<0.05). La percentuale di successo tecnico della EAP è stata del 90.4% nel gruppo A e del 95.2% nel gruppo B (p=0.06). Un totale di 147 pazienti ha completato il follow-up con una media di 20 mesi. Rispetto alla baseline, sono stati riscontrati miglioramenti significativi del IPSS, della qualità di vita, del Qmax, del VP, del VRP e del PSA in entrambi i gruppi dopo EAP. Non sono state rilevate differenze significative nel cambiamento di IPSS, Qmax, PVR, PSA e IIEF-5 tra i due gruppi dopo EAP. Non sono state registrate complicanze maggiori.
I risultati ottenuti hanno evidenziato che la EAP è una metodica efficace, sicura e ben tollerata nel trattamento dei pazienti anziani con IPB sintomatica, così come nei pazienti più giovani. La EAP potrebbe svolgere un ruolo chiave nel trattamento dei pazienti non responsivi alla terapia, ad alto rischio chirurgico ed anestetico oppure che rifiutano la terapia chirurgica standard.
Riferimenti bibliografici:
Se ne parlerà sabato 14 settembre, sede idipharma di via G. Mameli 12 , Aci Bonaccorsi (Catania)
Carone: "La branca emergente dell’urologia funzionale incide fortemente sulla cura dell’incontinenza di cui soffrono circa 7 milioni di italiani"
Dagli urologi italiani un decalogo per affrontare al meglio la patologia
Verze: “L’Iperplasia Benigna della Prostata può essere considerata fra i problemi di salute che maggiormente interessano il maschio che invecchia, sia per la diffusione epidemiologica che per l’impatto sulla qualità di vita"
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