Il LiFe score per il rischio di morte è risultato semplice, rapido ed efficace in pazienti con insufficienza epatica acuta su cronica.
Edmark et al. hanno effettuato uno studio retrospettivo per sviluppare uno strumento di valutazione in grado di predire il rischio legato alla funzionalità epatica allo scopo di identificare i pazienti, con insufficienza epatica acuta su cronica, a maggior rischio di mortalità ospedaliera.
Il punteggio LiFe (fegato, lesioni, insufficienza e valutazione), è stato realizzato sulla base dei pareri di 157 intensivisti della European Society for Intensive Care Medicine. Gli esperti sono stati intervistati e formati per valutare l'importanza diagnostica delle caratteristiche del modello predittivo proposto.
Sono stati considerati 1916 pazienti con malattia epatica cronica ricoverati in terapia intensiva tra il 1997 e 2011 in tre grandi ospedali a Boston e Londra. La coorte di derivazione è stata costituita da pazienti in terapia intensiva del Brigham and Women Hospital e del Massachusetts General Hospital di Boston (n=945 pazienti) e la coorte di convalida ha compreso i pazienti dal Kings College Hospital di Londra ammessi all’Unità di Terapia Intensiva Epatica (n=971 pazienti). Un modello di predizione clinica è stata realizzato e validato sulla base di un modello di regressione logistica che descriveva il rischio di mortalità ospedaliera in funzione dei fattori predittivi (lattato arterioso 0-1.9, ≥2.0-3.9, ≥4.0-5.9, ≥6.0 mg/dl al momento del ricovero INR 0-1.9, ≥2.0-3.9, ≥4.0-5.9, ≥6.0), bilirubina totale 0-1.9, ≥2.0-3.9, ≥4.0-5.9, ≥6.0 mg/dL. L’analisi delle performance del LiFe score rispetto al punteggio del Sepsis-related Organ Failure Assessment score (SOFA), The Chronic Liver Failure- Sequential Organ Failure Assessment (CLIF-SOFA), Acute Physiology and Chronic Health Evaluation II (APACHE II) e Simplified Acute Physiology Score (SAPS II) è stata completata nella coorte di validazione di pazienti cirrotici critici.
La coorte di derivazione (n=941) era composta per il 53% da pazienti di sesso maschile con età media di 65 anni e un tasso di mortalità intraospedaliera del 30%. La coorte di validazione (n= 971), formata per il 63% da soggetti maschi con età media di 51 anni, ha mostrato un tasso di mortalità intraospedaliera del 52%. La statistica C per il modello predittivo è risultata di 0.74 (intervallo di confidenza [IC] del 95% 0.70-0.77) nella coorte di derivazione e 0.77 (IC del 95% 0.74-0.80) nella coorte di validazione. Nella coorte di validazione, la mortalità ospedaliera è stata del 17% nel gruppo a basso rischio (0 punti dello score di rischio), del 28% nel gruppo a rischio intermedio (1-3 punti), del 47% nel gruppo ad alto rischio (4-8 punti) e il 77% nel gruppo a rischio molto alto (>8 punti). Nella coorte di validazione, le statistiche C per SOFA, CLIF-SOFA, APACHE II and SAPS II sono state 0.80, 0.81, 0.77 e 0.78, rispettivamente. Inoltre, è stata riscontrata una correlazione positiva significativa tra il LiFe score e il grado di insufficienza epatica acuta su cronica, (r= 0.478, p<0.001).
Il punteggio LiFe score, calcolato a partire dal lattato arterioso, la bilirubina totale e l’INR al momento del ricovero in terapia intensiva, è risultato semplice, rapido e facilmente comprensibile. Inoltre, il LiFe score è stato in grado di implementare l’utilità clinica della previsione del rischio in pazienti in terapia intensiva con insufficienza epatica acuta su cronica. Il punteggio del LiFe score può essere utilizzato al posto dei punteggi fisiologici per la previsione del rischio precoce nei pazienti con malattia epatica cronica, ma non ha l’obiettivo di sostituire il CLIF-SOFA come punto di riferimento per la valutazione della prognosi.
Riferimenti bibliografici:
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