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Di Iorio: grossista e farmacista sì ma con regole

Farmacia Redazione DottNet | 17/10/2015 17:14

La circolare del 2 ottobre scorso che chiarisce il ruolo del farmacista e del grossista è stata accolta con favore da Federfarma. Ne abbiamo parlato con Michele Di Iorio presidente di Federfama Napoli e di Credifarma.

Il farmacista, autorizzato alla vendita all’ingrosso di farmaci non può ridistribuire come grossista i medicinali acquistati dalla farmacia. La circolare chiarificatrice è stata inviata dal ministero della Salute alla Regione Lombardia,in seguito al caso sollevato dall’Asl di Mantova relativo ad una farmacia e un’impresa della distribuzione intermedia forniti di codice univoco differente ma medesima partita iva, in cui il trasferimento dei pezzi da un’attività all’altra avveniva mediante documenti di trasporto e di resi (per rispettare i flussi ministeriali).

Sul caso abbiamo chiesto ulteriori precisazioni e commenti a Michele Di Iorio, presidente di Credifarma, Federfarma Napoli e Campania, nonché componente del Consiglio di presidenza di Federfarma.

 

Presidente, questa circolare ha fatto ulteriore chiarezza sui ruoli del grossista e del farmacista.

 

La circolare non ha fatto altro che precisare ciò che era già contenuto in una norma. Ovvero che il farmacista può fare il grossista a patto che si rispettino le condizioni previste dalla legge: il titolare sviluppa la sua attività all'interno della farmacia, ma ciò non gli impedisce di aprire un deposito di grossista.

 

Insomma si tratta di una sfumatura.

 

Infatti: la circolare non fa altro che chiarire un concetto che forse non era stato ben recepito. Il farmacista titolare a suo nome di una farmacia e di un deposito autorizzato ex legge 219 può acquistare dal suo deposito i prodotti e venderli esclusivamente al pubblico, come ribadisce appunto la nota emessa dalla dottoressa Marletta, responsabile dell'ufficio farmaci e dispositivi medici del Ministero. I farmaci in deposito li può, dunque, vendere a se stesso, ad altri farmacisti e li può anche esportare . Non c'è nessun divieto o aggravio rispetto ad una norma che recepisce una legge europea. La legge precisa solo che i locali della farmacia devono essere adibiti a farmacia mentre il deposito deve avere una sua autonomia con due autorizzazioni diverse.

 

Nessuna particolare restrizione, quindi.

 

Assolutamente no. Il problema si è evidenziato con l'esportazione dei prodotti da parte di alcuni farmacisti. Una storpiatura che si potrebbe evitare applicando semplicemente il dual price così da abbattere il divario di costi dei farmaci che c'è tra l'Italia e il resto dell'Europa. Con il dual price il farmaco immesso in commercio in Italia ha lo stesso prezzo del prodotto omologo venduto nel resto del Continente. Il listino in Italia viene poi rinegoziato al listino ritenuto opportuno dall'Aifa e la differenza sarà ristorata al farmacista. In pratica i prodotti verrebbero venduti a un solo prezzo e poi con il pay-back l’industria restituirebbe al Ssn lo sconto pattuito.

 

Secondo lei che possibilità ci sono che venga introdotta questa innovazione?

 

Nessuna. Su questo aspetto c'è una chiusura culturale da parte dell'Aifa che appare inspiegabile. Eppure in altri paesi europei (come la Spagna n.d.r.) è stata approvata.

 

 

Silvio Campione

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