Acne cistica complicata in trattamento con acido glicolico al 70%.
Siamo a gennaio dell’anno scorso e quando si presenta alla mia attenzione, la piccola ha solo 13 anni.
Quest’anno sceglierà la scuola superiore ed è con grande orgoglio che la madre mi dice che sua figlia sia la migliore della classe. Il problema nella sua vita è quest’acne cistica complicata, che il pediatra non ha quasi mai seguito, perché la piccola non ha il tempo di recarsi ai controlli medici, “deve studiare”.
Ma ora che cambierà scuola, non vorrebbe più essere presa in giro e schernita dai nuovi compagni che avrà, così dice la madre. Lei, la piccola, è rassegnata, si definisce “un mostro”, per lei non c’è speranza, sarà sempre brutta. L’esame è drammatico: il viso appare completamente ricoperto da una miriade di comedoni bianchi e neri, sotto vi è uno spesso strato di cisti e acne cistica, solo la fronte e il collo sono indenni.
Mi confermano, che è ormai qualche anno che la situazione va avanti e da quando c’è stato il menarca a 10 anni, la situazione è andata peggiorando. Ha eseguito alcuni cicli di antibiotici sia per via orale che topica, d’estate la situazione sembrava migliorare. Un altro aspetto importante è la manipolazione che la piccola non esegue, ma che la madre abitualmente fa per ridurre, dice lei, il dolore di alcuni foruncoli.
A questo punto ho le idee abbastanza chiare, propongo un percorso lungo e pieno di regole alla famiglia: madre e figlia dovranno avere cura di non perseguire alcuni comportamenti ed affidare a me la gestione del viso della piccola.
Intanto iniziamo col proibire qualsiasi manipolazione “casalinga” e con l’impostare l’uso di alcuni prodotti detergenti e purificanti a base di clorexidina per la pulizia quotidiana del viso.
Dopo una settimana iniziamo con il primo peeling con l’acido glicolico al 70%.
Prima di iniziare i trattamenti è mia abitudine istruire perfettamente il paziente su sensazioni, sintomi, esiti: in questo caso, spiego che sarà evidente un peggioramento e arrossamento della pelle i primi giorni dopo il peeling, dovuto all’elevata concentrazione di lesioni per cm²; se sarà necessario nella stessa settimana effettuerò una pulizia di eventuale materiale fuoriuscito dalle lesioni; dovranno essere applicati degli antibiotici topici e delle creme cicatrizzanti a base di perossido di idrogeno, olio d’oliva e aloe nei giorni successivi al peeling.
L’effetto all’inizio è disastroso: un fiume di pus verdastro e sebo fuoriesce da qualsiasi punto. È mia cura ogni volta detergere e pulire perfettamente la pelle, facendo delle successive medicazioni, anche quotidiane le prime settimane. L’effetto importante è che dopo la pulizia la pelle anche se arrossata tende a cicatrizzare e a sgonfiarsi, senza generare nuove infezioni, danni o cicatrici.
Dopo i primi mesi di trattamenti si cominciano a vedere le prime zone libere da lesioni, con grande gioia della piccola paziente e dei genitori. Così proseguiamo lentamente, ma con progressivo miglioramento, sino all’inizio dell’estate, quando ormai poche lesioni restano sugli zigomi e sul naso, che prima deforme adesso appare nella sua linea naturale.
Per il fattore psicologico non ho voluto interferire tra madre e figlia, poiché il problema estetico, che era stato trascurato e aveva generato non indifferenti danni alla autostima della piccola, grazie a questo intervento si è risolto, avendo trovato una strada per eliminare la maschera che le ricopriva il viso anche in caso di eventuali recidive dell’acne.
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