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I farmacisti italiani trovano lavoro in Svizzera. Scatta la protesta

Farmacia Redazione DottNet | 09/10/2014 11:03

Troppi farmacisti italiani vengono assunti in Svizzera. E i colleghi d'Oltralpe corrono ai ripari alzando barriere protezionistiche.

E' stato creato allo scopo uno speciale gruppo di lavoro che avrà il compito di trovare una soluzione al fenomeno dei farmacisti italiani che vengono assunti al posto delle assistenti di farmacia. La decisione è arrivata al termine di un'assemblea dell'Associazione ticinese assistenti di farmacia (ATAF). Secondo i farmacisti ticinesi, il fenomeno appare in vistosa crescita, come confermano due dati: i farmacisti italiani che operano in Svizzera sono oltre 50 e le assistenti in disoccupazione sono oggi 17 (in precedenza non se ne contavano).

Ma che cosa succede in una delle 200 farmacie ticinesi? A servire il cliente è il farmacista titolare o un'assistente, quest'ultima figura inesistente in Italia, dove invece deve esserci solo il farmacista.
Inoltre in Ticino i salari dei farmacisti non sono regolati da un contratto collettivo di lavoro (CCL), piuttosto l'Ordine dei farmacisti si limita a pubblicare tariffe consigliate per farmacisti gerenti e farmacisti collaboratori, con l'invito a rispettarle, si tratti di cittadini svizzeri o italiani.
Per quanto riguarda le assistenti, esiste un CCL firmato da ATAF, Associazione proprietari di farmacie e sindacato OCST: si va da 3.253 franchi mensili al primo impiego a 4.315 franchi dopo 5 anni di lavoro.
Ora, ed è ciò che non accettano i farmacisti svizzeri, accade che al posto delle assistenti vengano assunti farmacisti italiani, a cui non vengono applicati i contratti di categoria. Insomma, secondo i farmacisti transalpini, ci sarebbe una concorrenza che di fatto sfavorisce le assistenti di farmacia locali.

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