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Snami: si taglia alla sanità ma arrivano altri prefetti

Sindacato Redazione DottNet | 01/01/2014 11:20

“Il governo Letta nomina nuovi prefetti, che così raggiungono come numero il doppio delle prefetture, rafforzando dopo più di duecento anni, il percorso che Napoleone iniziò nel 1802 nel volere la presenza di questi altissimi dirigenti governativi”, commenta Angelo Testa dello Snami.

 “Un anacronismo - dichiara Testa - nel momento attuale in cui si grida alla abolizione delle province, si mandano messaggi di sobrietà tagliando in sanità e nel contempo si aumentano le spese per la nomenklatura. E' l’altra faccia della medaglia all’introduzione nella legge di stabilità di una norma che riduce di un anno la durata delle specializzazioni per i medici sottraendo di fatto la professionalità degli specializzandi, a cui si sforbicia di un quarto il percorso di approfondimento e lo stipendio di ventimila euro annui”. “Una sanità debole e un ceto prefettizio forte e come ciliegina sulla torta le nomine veloci come un flash che arrivano in sincronia con l’accelerazione sulla chiusura delle province, alle quali i prefetti sono indissolubilmente legati”, incalza Testa. .”Della serie: moltiplichiamo i burocrati, dal significato tutto italiano del “promuoviamoci” e spending review su tutto l’altro, sanità compresa.

Che fiducia si può avere nei confronti di una politica che predica bene e razzola male nell’auto mantenersi foraggiando se stessa e la sua corte?”, si domanda il leader dello Snami. “I privilegiati: banche, assicurazioni e adesso una casta, quella dei prefetti, intoccabili, illicenziabili e irremovibili con stipendi generosi che in pratica realizzano una sintesi perfetta tra la certezze dell’impiegato statale e i privilegi economico-contrattuali del dirigente privato”. “Ma dopo la storia della «moltiplicazione dei prefetti - conclude Angelo Testa -, ennesimo episodio di malapolitica ,che affidabilità può avere questa politica che tenta di stravolgere la Medicina Generale a isorirorse, cioè a costo zero ma con i nostri soldi?”.

 

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Fonte: snami

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