È scattato l’aumento di un punto dell’aliquota Iva ordinaria, dal 21 al 22%. Il provvedimento interessa alcuni prodotti venduti in farmacia (cosmetici, parafarmaco eccetera) e la prestazione di servizi come la distribuzione per conto, non si applica invece ai farmaci e agli altri prodotti assoggettati alle aliquote ridotte del 4% e del 10%.
Una particolare attenzione va riservata alle fatture riguardanti dpc e altri servizi erogati per la pubblica amministrazione: se emesse in data antecedente al 1 ottobre, le fatture continueranno a essere assoggettate all’Iva al 21%, anche in caso di pagamento successivo; se emesse da martedì, invece, le fatture dovranno riportare la nuova aliquota del 22%, anche se relative a prestazioni effettuate prima dell’inizio del mese. Eventuali richieste delle Asl perché su fatture emesse da martedì si continui ad applicare l’Iva al 21% - in quanto relative a prestazioni eseguite precedentemente – non potranno essere soddisfatte dalle farmacie. Per quanto riguarda i prodotti, invece, ogni titolare di farmacia potrà decidere in piena autonomia se adeguare il prezzo al pubblico riversandoci sopra il punto Iva in più oppure lasciare i prezzi invariati e assorbire l’aumento. Si tratta di una scelta gestionale legata alle strategie commerciali dell’impresa, perché stiamo parlando di prodotti di libera vendita il cui prezzo è fissato dal singolo dettagliante.
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Fonte: federfarma
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