Il trend si sta invertendo, complice la crisi e le nuove norme sulla spending review: i laureati in farmacia sono ormai troppi rispetto alle richieste. E poco o nulla potrà fare il nuovo concorso per le sedi che farà aprire circa 5mila farmacie. E così calo dei fatturati, determinato dai prezzi dei medicinali sempre più bassi – meno 26% negli ultimi cinque anni grazie anche ad una maggior diffusione della fascia dei generici - e dai consumi in caduta libera (anche di quelli sanitari) rendono difficile la vita anche al farmacista, un tempo ritenuto un fortunato. E lo dimostra la recente vicenda delle quattro farmacie chiuse nel Napoletano.
Federfarma, intanto, pur non mostrandosi preoccupata – come ci ha spiegato il consigliere Michele Di Iorio nell’intervista che ci ha rilasciato – spinge per il passaggio a una nuova remunerazione, basata su una quota fissa per ciascuna confezione di farmaco e una ridotta percentuale sul prezzo. Secondo quanto dichiarato dal presidente della Fofi Mandelli in un’intervista a Repubblica, “Il 50% delle farmacie vive ormai una situazione di sofferenza e con il calo degli utili è inevitabile che inizino a verificarsi anche i licenziamenti. L’emergenza occupazionale è ormai un dato di fatto da almeno due anni”. Una conferma arriva dai dati rilasciati dalla Federazione degli ordini della Lombardia relativi al numero di candidature pubblicate nel loro sito di ricerca e offerta di lavoro: a maggio 2012 sono state pubblicate 55 richieste contro 18 offerte, mentre lo scorso gennaio le prime erano salite a 202 contro un numero di offerte rimasto invece piuttosto stabile a quota 15. Insomma, i laureati aumentano, ma le possibilità occupazionali no. La Fofi per questo sta mettendo in atto alcuni progetti per fronteggiare la situazione. “Abbiamo, ad esempio, costituito un fondo per iniziative finalizzate alla promozione dell’occupazione giovanile nel settore farmaceutico e vorremmo avviare un dialogo con le università perché se gli sbocchi lavorativi non ci sono è inutile continuare a produrre laureati in questo settore”. L’associazione intende poi mettere in pratica i risultati di uno studio dell’Osservatorio sulla professione condotto con la Sda Bocconi, dal quale emergono alcuni ruoli ai quali il farmacista potrebbe ambire, ad esempio in ambito industria, ricerca e servizio sanitario, “a patto però di integrare il proprio background con una formazione ad hoc”.
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Fonte: federfarma, fofi
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