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Fisco, il nuovo redditometro firmato Sogei non risparmia nessuno: medici e professionisti nel mirino dell’Agenzia delle Entrate

Professione Silvio Campione | 04/12/2011 10:09

La manovra che il Governo sta mettendo a punto lascia pochi dubbi: si preannunciano tempi duri e a pagare, come al solito, saranno soprattutto coloro che hanno un reddito fisso. Tra questi anche il personale della sanità e i medici di base, i cui proventi non possono sfuggire al fisco in alcun modo. Ma l’occhio inflessibile dell’erario dispone anche di altri mezzi, tra cui il redditometro che, come tutti ben sanno, agisce mettendo in relazione al reddito del contribuente almeno 100 voci di spesa in grado di pesare la capacità contributiva del soggetto.

Per determinare questa relazione il Tesoro ha messo a punto una metodologia statistico matematica che si applica in relazione a precisi gruppi di famiglie differenziati per aree geografiche. In pratica, nel valutare le spese sostenute da un contribuente il software del fisco riuscirà a calibrare diversamente il peso di un acquisto fatto a Trapani rispetto a quello fatto a Milano, così le spese sostenute in un anno da un single rispetto a un nucleo di quattro persone. Ma ciò che pochi forse sanno che la piattaforma l’hanno realizzata l’Agenzia delle Entrate e la Sogei, ben nota agli iscritti a Dottnet perché esaminata nel corso di nostre precedenti inchieste e perché ha realizzato le piattaforme su cui opera la spedizione dei certificati online. E grazie appunto alla Sogei, il Fisco è in grado di conoscere praticamente in tempo reale quanti documenti telematici vengono inviati dai medici  e – per ora solo in alcune regioni – il numero delle prescrizioni farmaceutiche con i relativi farmaci e costi. Un modo, insomma, per tenere sotto controllo non solo i pazienti e le richieste di malattia, ma anche coloro che spediscono i certificati e tutto ciò che riguarda il mondo della sanità: nel mirino i libero professionisti e in particolare i medici che in qualche caso hanno scarsa dimestichezza con le fatture.    Il nuovo redditometro, partito da un mese, viene attivato dagli uffici delle Entrate che si accorgono degli scostamenti tra quanto il contribuente ha indicato in dichiarazione dei redditi e quanto ha speso per il suo tenore di vita nel corso dello stesso anno. Se lo scostamento è lieve il Fisco non interviene, se è invece un errore medio - oltre il 20% - chiede spiegazioni e convoca per un contraddittorio il soggetto sottoposto a controllo. Se lo scostamento è enorme (si possiedono tre case, due macchine, una barca e si sono dichiarati solo 20mila euro di redditi in un anno) il Fisco attiva controlli mirati e fa scattare un accertamento vero e proprio.

Da febbraio 2012 in poi i contribuenti potranno utilizzare un software (si chiama Redditest ed è operativo in via sperimentale già dal 16 novembre scorso sul sito delle Entrate) – anch’esso marchiato Sogei -  per capire se i redditi dichiarati o che si intende dichiarare sono coerenti con le spese sostenute. La sperimentazione non vedrà coinvolti direttamente, almeno nella fase iniziale,  i cittadini ma soltanto le associazioni di categoria che sono state invitate dalle Entrate a inviare alla Società degli studi di settore (Sose) una serie di casi concreti, rigorosamente anonimi, per consentire all'amministrazione di testare al meglio il software messo a punto e le modalità di stima dei redditi presunti. In sostanza, sulla base di dati già noti e contenuti nelle banche dati a cui il Fisco ha accesso, l'amministrazione finanziaria arriva a stimare, con il redditometro, il reddito o i compensi percepiti da un contribuente sulla base del suo tenore di vita e dunque delle spese sostenute per mantenere sé e la famiglia. Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle entrate e componente del Cda di Sogei un anno fa disse al Sole 24 ore che il nuovo redditometro “non sarebbe stato soggetto a critiche, tecnicamente inattaccabile e di sicuro successo nel recupero di evasione fiscale”. “Sulla base di analisi di campioni significativi di contribuenti, differenziati per life stage e per area territoriale di appartenenza – spiegò  Befera - si sta lavorando sulla relazione tra reddito e capacità di spesa: tutti gli elementi di spesa sintomatici della capacità contributiva attribuibili a ciascun codice fiscale andranno presto ad alimentare una base-dati unitaria, funzionale a uno specifico software di supporto al redditometro”.
“Le posizioni più significative – aggiunse ancora   - saranno oggetto di attente verifiche”. L’Ordine dei Medici di Venezia ha pubblicato un interessante riepilogo che spiega le differenze tra vecchio e nuovo redditometro (clicca qui per aprire il testo). C’è comunque da dire che il nuovo redditometro è più benevolo rispetto al precedente: il Sole 24 Ore ha calcolato che immettendo nel sistema gli stessi dati si ottengono stime di reddito dalle tre alle cinque volte inferiori alla versione precedente. Esempio: una famiglia di Milano, costituita da una coppia con un figlio, che possiede un appartamento di 100 metri quadrati più un terzo di una casa popolare di 90 mq a Bari e la metà di un appartamento di 100 mq a Matera; che paga 5.000 euro l’anno di mutuo, 1.000 di bolletta del gas, 800 di luce, 650 di telefono, 1.500 per un collaboratore domestico; che spende 2.200 euro per l’istruzione, 4.250 euro per sport e tempo libero, 2.000 per medici e farmaci, 1.300 per assicurazioni; che possiede un auto da 78 cavalli e un mezzo a due ruote da 17 cavalli; ebbene, a questa famiglia il vecchio parametro assegnava un reddito presunto di 237.000 euro, mentre il nuovo presume un reddito di 73.000 euro: inferiore di un terzo. Esempio 2: un single a Latina, che possiede un appartamento di 90 metri quadri, paga ogni anno un mutuo di 6.000 euro, 600 euro di bolletta del gas, 450 di luce, 600 di telefono; che spende 2.900 per sport e tempo libero, 600 euro per medici e farmaci, 1.200 per le assicurazioni; che ha una macchina da 70 cavalli. La nuova versione gli stima un reddito di 43.000 euro annui, la vecchia gliene presumeva uno di 209.121 euro annui: siamo a cinque volte di meno. Per il quotidiano economico si tratta di un  risultato forse atteso, ma sicuramente non in questi termini, e che se confermato dagli ulteriori esempi che saranno forniti dall’agenzia delle Entrate e dalla Sose – potrebbe portare a un clima più sereno intorno a questo nuovo strumento. Anche se si porrà probabilmente ‐per gli accertamenti in corso –la questione dell’equità dell’utilizzo di un sistema impreciso come quello finora usato. Perché l’assunto del nuovo redditometro è infatti quello di una maggiore precisione dal punto di vista metodologico e statistico.  Se i risultati sembrano tranquillizzanti, l’utilizzo del nuovo strumento richiederà nuove abitudini e maggiore attenzione da parte dei contribuenti. Una prima occhiata a “ReddiTest”, il software disponibile sul sito delle Entrate, e si capisce subito che fare i conti con il fisco diventerà più impegnativo. A scorrere le schermate del programma per il calcolo della ‘congruità’ fiscale dei redditi dichiarati, si vede come il contribuente dovrà tirare fuori dichiarazioni, ricevute, tenere nota delle spese effettuate. Per il passato si tratterà di andare a recuperare vecchie carte, riaprire armadi chiusi; per il presente e il futuro, invece, ordinare per bene i propri conti.

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