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Forame ovale pervio, nuova tecnica chirurgica alla Clinica Montevergine di Avellino. Ma la Regione non eroga fondi, a rischio decine di pazienti

Cardiologia Redazione DottNet | 25/11/2011 09:54

Arrivato alla sua nona edizione il corso di interventistica periferica e aortica organizzato dalla Clinica Montevergine di Avellino si occuperà questa volta del trattamento chirurgico del forame ovale pervio, patologia balzata recentemente agli onori della cronaca perché ha interessato il calciatore del Milan Antonio Cassano. Intervento chirurgico possibile utilizzando sistemi di chiusura transcatetere, sviluppati inizialmente per la chiusura percutanea dei difetti interatriali.

Sono affette da forame ovale pervio circa il 25% delle persone, ma la patologia ha interesse chirurgico solo nell'1 per cento dei casi, se la sintomatologia è documentata: la diagnosi di stroke deve essere effettuata ecograficamente per confermare il passaggio di sangue da destra a sinistra, dato che deve essere confermato con la risonanza magnetica. Nella Clinica Montevergine, come verrà documentato durante il convegno con una serie di interventi in diretta, il forame ovale pervio viene risolto applicando per la prima volta in Europa un particolare stent, il Flex II Occluder, che presenta una serie di importanti vantaggi per i pazienti. L'impianto ha non solo un nuovo disegno di intreccio maglia, ma è costituito da un solo strato singolo di metallo - nel versante atrio destro, mentre nel versante atrio sinistro c'è un patch in dacron - la riduzione del 50% della presenza di metallo rappresenta un vantaggio perché, col passare del tempo, si evitano i problemi di ossidazione della placca metallica. Fra l'altro è minore la presenza del nikel che nei pazienti affetti da questa patologia è spesso causa di insistenti e dolorose cefalee.

Intervento da effettuare su paziente sveglio, non in anestesia generale: dopo due giorni di ricovero chi è affetto da forame ovale pervio torna a casa e per circa sei mesi viene sottoposto a una banale terapia antiaggregante con aspirina. Il corso di interventistica periferica in programma presso l'hotel De La Ville di Avellino si occuperà anche delle problematiche presentate dal piede diabetico che spesso costringe gli specialisti a interventi di amputazione dell'arto, ipotesi che nella Clinica Malzoni si supera in tantissimi casi con successo operando le arterie sotto il ginocchio. Intanto si registra un brusco stop nella Clinica Montevergine per gli interventi di stenosi valvolare aortica severa: dal mese di luglio rispettando le normative della casa di cura il professore Paolo Rubino e la sua equipe hanno interrotto gli interventi salvavita su pazienti con prognosi severa. <Si tratta di malati che, se non trattati, sono destinati a morire nei dodici mesi successivi.
Si tratta di persone in condizioni fisiche talmente gravi da essere rifiutati dai cardiochirurghi ma che nella Clinica Montevergine vengono curati con la procedura transapicale.che ci consente di applicare una nuova valvola aortica la cui durata dovrebbe aggirarsi intorno ai dieci anni>. La stenosi valvolare aortica interessa il 4% della popolazione oltre i settanta anni. Al momento nella Clinica Montevergine sono in attesa di intervento chirurgico 52 persone, pazienti ai quali il professore Rubino e tutto lo staff della struttura avellinese non sono in grado di assicurare assistenza esclusivamente per problemi economici. <Abbiamo chiesto aiuto da mesi al presidente della giunta, Caldoro, e ai due commisisari alla Sanità, Morlacco e Coppola, ma non abbiamo avuto alcuna risposta. Eppure in Campania si continuano a spendere ogni anno circa 80 milioni per la fisiokinesiterapia e la riabilitazione, ma chi deve intervenire sui disservizi in ambito sanitario non ha ancora deciso di mettere in regime di <extra budget> la terapia per curare i pazienti con stenosi valvolare aortica severa. Per un intervento su questi pazienti (tutti di classe 4. cioè con affanno anche quando sono a riposo) vengono rimborsati 25mila euro mentre fra degenza e costi chirurgici l'intervento costa circa diecimila euro in più. La Clinica Montevergine, in attesa di risposte dalla Regione, ha autorizzato - spiega il professore Rubino - l'effettuazione di cento interventi l'anno. Quota che abbiamo raggiunto a luglio, quando ci siamo necessariamente fermati anche se la nostra statistica chirurgica su 150 pazienti è di una mortalità dell'1,4%>. Lo stop alla procedura transapicale per intervenire sulla stenosi valvolare aortica severa è in un fasciolo della Procura della Repubblica curato dalla pm Arlomede. La denuncia contro il commissario Caldoro, i subcommissari Morlacco e Coppola e la struttura sanitaria avellinese che ha sospeso gli interventi è stata presentata dal figlio di una paziente finita da tempo in una lista d'attesa.

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