Una nuova luce illumina la strada della lotta ai tumori: infatti e' stata sviluppata una terapia farmacologica che si appiccica solo alle cellule malate e, una volta posizionata sul tumore, viene attivata da un fascio di luce sparato dall'esterno. Il vantaggio di questa cura 'fotodinamica', rispetto alla radioterapia e alla chemio, e' che il farmaco agisce in modo molto selettivo perche' si accende solo contro le cellule malate, lasciando indisturbate quelle sane.
A presentare questa nuova prospettiva terapeutica uno studio pubblicato sulla rivista Nature Medicine dall'equipe di Hisataka Kobayashi del National Cancer Institute di Bethesda (Usa).Sono vari gli approcci alla cura del cancro, molti dei quali - sebbene oggi si tenda sempre piu' a cure mirate e personalizzate - restano aggressivi e poco selettivi, col rischio di danneggiare anche i tessuti sani circostanti il tumore. L'idea di sviluppare una terapia mirata e intelligente, che si attiva solo quando e' nella sede giusta non e' nuova e sono molti gli esperimenti in cui si tenta di raggiungere una simile cura, ad esempio attraverso nanobombe che scaricano il loro cargo farmacologico nel cuore del tumore.
Sono un antiepilettico e un farmaco per il colesterolo che insieme sono in grado di modificare la biologia del tumore e potenziare l'effetto della chemioterapia
Dal melanoma al seno. Da studiare il fenomeno della resistenza in certi pazienti
Ricercatori di IEO e dell’Università degli Studi di Milano scoprono come farmaci già in uso possono essere potenzialmente efficaci contro tumori con una diffusa anomalia genetica
I nuovi dati dello studio MARIPOSA, presentati alla World Conference on Lung Cancer 2024, hanno confermato una superiorità clinica a lungo termine della terapia amivantamab più lazertinib rispetto alla monoterapia con osimertinib
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