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Aleotti lascia Menarini, mezzo secolo al vertice dell'azienda. Il testimone ai figli

Aziende Redazione DottNet | 20/09/2011 14:36

Sessantanove anni di ininterrotta 'cavalcata' nella farmaceutica italiana di Alberto Aleotti, 88 anni, presidente della multinazionale Menarini, si interrompono con il suo ritiro ufficiale dall'attivita' imprenditoriale. L'annuncio fatto dai figli - alla figlia Lucia andra' la vicepresidenza -, con una lettera inviata ai 13.000 dipendenti, in cui si evidenziano i 'motivi di salute', segna l'interruzione di una storia imprenditoriale partita nel 1942 da Reggio Emilia citta' dove Aleotti, figlio di contadini, entro' a lavorare alle Farmacie comunali divenendone direttore generale a 23 anni.

 ''Gia' da alcuni mesi - scrivono i figli Lucia e Alberto Giovanni - nostro padre aveva cominciato a trasferire progressivamente i processi decisionali, anche strategici, a noi figli e ai direttori generali''.  Conseguita la laurea in economia e commercio a Bologna nel 1946, Aleotti approda alla Menarini nel 1964: e' direttore generale, e nel 1975 diventa socio accomandatario. Presto ne e' presidente e subito sviluppa l'azienda su internazionalizzazione e ricerca. Dal 1978 avvia una serie di accordi con imprese italiane per competere insieme con maggior forza a livello internazionale. Sempre nel 1978 e' cavaliere del lavoro ed eletto primo presidente Farmindustria.

 Da questo momento Aleotti sara' riferimento di imprese del settore e istituzioni, anche se la sua figura rimane sconosciuta al grande pubblico, mentre la Menarini si avvia a diventare la prima industria farmaceutica italiana nel mondo, con una dimensione che oggi conta oltre 3 miliardi di euro di ricavi ed attivita' in 100 paesi esteri. Notevole l'impegno sulla ricerca: nel 1976 viene costituita la Fondazione Menarini per il progresso della biologia e della medicina; oggi i programmi di ricerca impegnano 750 addetti a Firenze, Pisa, Pomezia, Lomagna, Barcellona e Berlino, dalla fase di ideazione alla registrazione di nuovi farmaci.
Aleotti e' il primo italiano a diventare presidente della influente Federazione mondiale delle industrie farmaceutiche (Ifpma), dal 1992 al 1994.  Non mancano le controversie giudiziarie in cui Aleotti si trova coinvolto. Nel 1994 viene arrestato con l'accusa di aver versato tangenti al direttore del Servizio farmaceutico nazionale Duilio Poggiolini; otterra' poi il patteggiamento per corruzione. Nel 2010 si parla di Aleotti per una frode fiscale legata al ritrovamento di soldi in Liechtenstein e a un maxi-sequestro da 1,2 miliardi di euro nell'inchiesta della procura di Firenze sui prezzi 'gonfiati' sui principi attivi usati per confezionare farmaci poi rimborsati dal Servizio sanitario nazionale a un costo superiore a quello effettivo. Per i pm di Firenze l'inchiesta riguarda ''persone fisiche non l'azienda'' Menarini ''ma c'e' totale identificazione fra storia personale e storia della societa'''. Secondo gli investigatori, l'addio di Aleotti e' ''un primo passo per separare il destino della societa''' dal suo patron. Tra i dipendenti della Menarini a Firenze il passo indietro di Aleotti era atteso da tempo, a prescindere dalle vicende giudiziarie, per motivi anagrafici.
 

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