Grazie a uno studio tutto italiano si fa concreta la possibilita' di trattare senza chemioterapia una parte dei pazienti con leucemia linfoblastica acuta (i portatori di una specifica alterazione genetica, il cromosoma Philadelphia), una patologia fino a qualche tempo fa difficilmente curabile: i pazienti rispondono benissimo ad un'inibitore di seconda generazione delle tirosin-chinasi che si prende per bocca. Tutti i 53 pazienti trattati hanno ottenuto una remissione completa di malattia senza bisogno di chemio.
Sono i risultati di uno studio del gruppo GIMEMA che saranno pubblicati a breve sulla rivista Blood e che Robin Foa', direttore della clinica ematologica del Policlinico Umberto I di Roma, ha anticipato in occasione della giornata in memoria di Cesare Peschle, tenutasi oggi all'Istituto Superiore di Sanita'. ''Cambia il modo di curare il cancro, dalla chemioterapia alle terapie molecolari che colpiscono la malattia al cuore agendo in modo selettivo e meno tossico'', spiega Foa'. Un suo recentissimo studio guidato da Brunangelo Falini e pubblicato sul New England Journal of Medicine ha permesso di descrivere una lesione genetica alla base di un'altra neoplasia ematologica, la 'leucemia a cellule capellute'.
Sono un antiepilettico e un farmaco per il colesterolo che insieme sono in grado di modificare la biologia del tumore e potenziare l'effetto della chemioterapia
Dal melanoma al seno. Da studiare il fenomeno della resistenza in certi pazienti
Ricercatori di IEO e dell’Università degli Studi di Milano scoprono come farmaci già in uso possono essere potenzialmente efficaci contro tumori con una diffusa anomalia genetica
I nuovi dati dello studio MARIPOSA, presentati alla World Conference on Lung Cancer 2024, hanno confermato una superiorità clinica a lungo termine della terapia amivantamab più lazertinib rispetto alla monoterapia con osimertinib
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