Arance, frutto anticancro per eccellenza. A confermare le virtù salutari di questo frutto è un nuovo studio italiano, pubblicato su 'Cancer Research' e condotto dall'équipe guidata da Adriana Albini dell'Irccs MultiMedica di Milano e Francesca Tosetti dell'Ist di Genova. "Una categoria di nuovi farmaci antinfiammatori e antitumorali derivati dai triterpenoidi naturali, molecole simili agli oli essenziali delle bucce d'arancia - annunciano i ricercatori italiani - potrebbe costituire una risorsa terapeutica o preventiva per la popolazione maschile a rischio di sviluppare il tumore prostatico, soprattutto quando esista una storia familiare di malattia".
I dati sono stati presentati durante il Congresso nazionale della Società italiana di cancerologia dai tre giovani ricercatori di MultiMedica Ilaria Sogno, Rosaria Cammarota e Luca Generoso, in collaborazione con Roberta Vené di Genova. "Abbiamo scoperto - spiega Albini, responsabile della Ricerca oncologica dell'Irccs MultiMedica - che i triterpenoidi sintetici uccidono preferenzialmente le cellule di tumore alla prostata insensibili alla terapia ablativa ormonale, riattivando alcune vie di morte cellulare programmata potenzialmente molto efficaci, ma 'sopite' nelle cellule tumorali". Una batteria di enzimi sentinella, le caspasi, sono infatti normalmente deputati all'eliminazione delle cellule irrimediabilmente danneggiate, prodotte continuamente in un organismo sano.
Sono un antiepilettico e un farmaco per il colesterolo che insieme sono in grado di modificare la biologia del tumore e potenziare l'effetto della chemioterapia
Dal melanoma al seno. Da studiare il fenomeno della resistenza in certi pazienti
Ricercatori di IEO e dell’Università degli Studi di Milano scoprono come farmaci già in uso possono essere potenzialmente efficaci contro tumori con una diffusa anomalia genetica
I nuovi dati dello studio MARIPOSA, presentati alla World Conference on Lung Cancer 2024, hanno confermato una superiorità clinica a lungo termine della terapia amivantamab più lazertinib rispetto alla monoterapia con osimertinib
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